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Nella carriera di un calciatore che scala le categorie, è essenziale – oltre a qualità, fame e determinazione -, trovare addetti ai lavori che decidano di puntare su di lui. Questo è quello che è successo a Federico Gatti. Quando il neo acquisto della Juventus giocava in Serie D, tra le fila del Verbania, infatti, venne notato dal direttore sportivo della Pro Patria, Sandro Turotti, che decise di portarlo in Serie C e, sempre lui, lo ha ceduto l’estate scorsa al Frosinone. Quindi, chi meglio di Turotti può raccontare che tipo di calciatore e di persona è Federico Gatti, quali sono le sue caratteristiche e quale può essere il suo impatto in bianconero. Di seguito, l’intervista de ilBianconero.com al direttore sportivo della Pro Patria.
 
Si sarebbe immaginato un trasferimento di questo tipo, Federico Gatti che arriva in un top club come la Juventus?
“Quando l’anno scorso l’ho ceduto al Frosinone avevo detto che è un calciatore che avrebbe potuto ripercorrere la carriera di Acerbi. Non per le caratteristiche ma per la traiettoria: dalla Serie C alla Serie A e la Nazionale. Avrei predetto che potesse arrivare in Serie A, ma nel giro di 6 mesi e in un top club come la Juventus no, non l’avrei detto, in così poco tempo
 
In questo caso, secondo lei, la Juventus ci ha visto lungo, anticipando la concorrenza?
“Sì, in Italia di difensori ce ne sono pochi e con le sue caratteristiche ancora meno. Nelle ultime tre stagioni era a Verbania al debutto in Serie D, Pro Patria al debutto in Serie C e Frosinone al debutto in Serie B ed è sempre stato dominante in categoria, un top player per dove ha giocato. Questo significa che è un giocatore sicuramente in grande crescita, che ha potenzialità importanti. La Juve era attenta, l’Under 23 giocava contro di noi anche l’anno scorso e anche se non avevano mai manifestato interesse, nel senso di sedersi per fare una trattativa, però so che lo avevano già guardato con interesse l’anno scorso
 
Che tipo di giocatore è?
“Ha un fisico imponente, ma è veloce. Una caratteristica che non si trova di solito in questi fisici. Ha un passato da centrocampista in categorie dilettanti, significa che ha i piedi buoni, poi è bravissimo in marcatura e ha la cattiveria agonistica giusta, la fame giusta per fare quel ruolo. C’è chi lo ha definito un po’ Bonucci e un po’ Chiellini e la verità sta lì, ma parlo di caratteristiche. Giusto fargli i complimenti, ma in Serie A deve ancora debuttare, deve avere un impatto giusto senza che ci siano eccessive aspettative
 
Può essere paragonato ad altri difensori centrali di categoria, per caratteristiche?
“Ognuno ha le sue caratteristiche, qui in Italia uno deve sempre per forza assomigliare a qualcuno. Non è solo Chiellini, come caratteristiche ed è anche un po’ Bonucci. Da noi giocava in una difesa a tre dove faceva il braccetto di destra, adesso gioca a quattro. Dicendo Bonucci e Chiellini si parla di caratteristiche, loro giocano in un’altra categoria. Fisicità e velocità sono le cose che mi avevano colpito quando l’ho visto in Serie D”
 
Che tipo di persona e atleta è Federico Gatti?
“Un ragazzo che arrivava dalle categorie inferiori, non aveva mai fatto certi tipi di allenamento, certi ritmi, certi lavori, le sessioni di palestra. Si è messo sotto con grande umiltà e una gran voglia di imparare, lavorava giorno e notte, non per modo di dire. Si è vista la sua voglia di migliorare dal primo giorno che è arrivato alla Pro Patria, ci ha messo tutto e di più per imparare e migliorarsi. Da parte sua c’è una gran voglia. Un bravo ragazzo, si è sempre comportato bene. Questa caratteristica, ha fatto sì che dalla Juniores regionale, dalla Promozione, dall’Eccellenza, nel giro di qualche anno sia arrivato in un top club. Questa determinazione, questa fame. questa cattiveria è di altri tempi, non è la fame dei ragazzi di oggi. Ha qualcosa di diverso, io gli dicevo ridendo: “tu non sei del ’98, tu sei del ‘58”. Quel tipo di fame ce l’avevano i ragazzi della mia generazione e adesso è più difficile trovare. Questa cosa qui ha fatto la differenza. Ha giocato anche con fastidi muscolari, è sempre andato sopra a tutto. Per lui era importante giocare, arrivare. È un generoso con i compagni, uno che fa la corsa per il compagno, lo va a difendere, lo aiuta se in difficoltà. Adesso è arrivato in un top club e lì dovrà misurarsi su altre realtà completamente diverse
 
Da quella che descrive, una mentalità che sembra coniugarsi alla perfezione con quella di casa Juve, che ne pensa?
“Sicuramente sì. Lui, qui alla Pro Patria, aveva voglia di lavorare, ma la cultura del lavoro non ce l’aveva. Ma voleva imparare, guardava e imparava. Ogni tanto la sera, al buio, io uscivo dall’ufficio e lo trovavo ancora nello spogliatoio o in palestra. Era l’ultimo a lasciare il centro sportivo e questo era una bella cosa
 
Ha avuto occasione di sentirlo in questi giorni?
“No, non l’ho sentito. Per come sono fatto io, adesso è troppo facile. Le cose che ho detto adesso, il fatto che potrebbe ripercorrere la carriera di Acerbi, gliele ho dette a maggio o giugno, prima che andasse via. Ho già detto tutto in quel momento. Sono contento, ci siamo sempre sentiti in questo periodo al Frosinone, gli ho fatto i complimenti e l’ho spronato ad andare avanti così, sta facendo le stesse cose che faceva da noi, ma le sta facendo in una categoria superiore e questo dice tutto
 
Cosa ne pensa del progetto Juve Under 23 e delle squadre B? Ci sono giovani che ritiene in grado di poter fare il salto? Ci sono stati intrecci di mercato con i bianconeri?
“Il progetto delle seconde squadre è un progetto valido, la Juve ne ha tratto benefici. Chiaramente, essendo l’unica squadra, la cosa non ha aiutato molto in questo percorso. Ci sono stati giocatori che hanno debuttato, altri che dopo la Serie C, stanno dominando in Serie B e sono stati convocati in Nazionale, come Fagioli. Vuol dire che questo percorso aiuta i ragazzi, ci sono giocatori che sono anche nel giro della Prima squadra. Quest’anno la Juve Under 23 è una squadra diversa da quella degli anni scorsi, molto più giovane e con grande qualità. Ci sono giocatori di prospettiva importante, vedi Miretti e diversi altri stranieri, ragazzi veramente importanti. Qualcuno di questi lo vedremo, fra qualche anno, far compagni a Gatti, oppure giocare in una squadra contro quella dove giocherà Gatti. Per quel che riguarda il mercato, sì ci sono state delle proposte, magari di calciatori che potevano venire a giocare da noi, però finora con la Juve non abbiamo mai fatto operazioni perché la Juventus i migliori Primavera li porta in Under 23 e quindi diventa difficile fare questo tipo di operazioni”.
 
Si ringrazia Sandro Turotti per la disponibilità dimostrata