Igor Tudor era Torino solo da un paio di mesi quando nelle sale cinematografiche d'Italia, alla fine dell'estate del 1998, usciva una brillante commedia dal titolo 'Sliding Doors'. La protagonista, Helen, interpretata dall'ottima Gwyneth Paltrow, arriva tardi in ufficio e viene licenziata. Decide quindi di rientrare a casa in anticipo ma arrivata alla metropolitana la storia si sdoppia: c'è la Helen che perde il treno e che viene aggredita, ma c'e' anche la Helen che riesce a salire sulla metro. La sua vita prende così due direzioni completamente opposte, per un plot narrativo e un finale che, a questo punto, la buona educazione mi impone di non 'spoilerarvi'. La storia è ciò che in fondo però noi italiani chiameremmo 'bivio', ed è tornata di tremenda attualità, almeno per chi vi scrive queste righe, in un sabato pomeriggio di fine marzo. Igor Tudor sulla panchina della Lazio all'inizio di ciò che sembra qualcosa di nuovo; Massimiliano Allegri, su quella della Juventus, per una storia satura, logora, al capolinea.
Ma il bivio se ci pensate è tutto lì, in quell'estate del 2020 vero 'inizio della fine' in casa bianconera. La dirigenza caccia il fresco campione d'Italia Maurizio Sarri per scegliere Andrea Pirlo. A Torino, sotto-sotto consapevoli del totale salto nel buio, provano a tamponare mettendogli lì un vice che qualche esperienza interessante in fondo l'aveva già fatta: Igor Tudor. Il resto è storia. Una stagione fallimentare, tamponata dal suicidio del Napoli di Gattuso - e da quello dell'Atalanta di Gasperini in finale di Coppa Italia; e poi l'esonero di tutto lo staff tecnico nonostante due trofei (Coppa Italia e Supercppa italiana) e un obiettivo teoricamente centrato come la qualificazione in Champions. Dalle pagine di un quotidiano croato Tudor avrebbe poi detto: "mai più da vice". Avrebbe avuto ragione lui.