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Mani solide e sicure, dove mettere un progetto di ricostruzione, per superare una fase di difficoltà. Idee brillanti, per uscire dal pantano. Tutto questo ha dimostrato di essere Beppe Marotta, prima dirigente della Juventus e oggi all’Inter. È stato fautore della rinascita del club bianconero, dalla mediocrità dei settimi posti al ciclo vincente. Qualcosa di simile lo ha fatto in nerazzurro, con lo scudetto dell’anno scorso. Tra aneddoti e retroscena, è La Gazzetta dello Sport a ripercorrere alcune delle tappe più significative dell’esperienza di Marotta alla Juventus.
 
L’ADDIO – La Rosea parte dal fondo, con la rottura del rapporto con la Juventus: “raccontano che quando nell’ottobre 2018 Andrea Agnelli gli comunicò l’addio, proponendogli una conferenza stampa congiunta come fece poi per Allegri e Paratici, Beppe Marotta disse no e preferì andare subito in tv nel post partita di Juve-Napoli per raccontare di persona che non sarebbe stato più l’amministratore delegato della Juventus, lasciando capire che non era stata una scelta sua. Fu una decisione che subì e che lo colse anche piuttosto di sorpresa, ma il giorno dopo pensava già al futuro e aveva chiaro in mente dove avrebbe potuto aprire un nuovo ciclo: all’Inter di Zhang, con cui c’è sempre stata una grande stima, dove c’era bisogno di uno come lui, abile sul mercato e nelle relazioni diplomatiche, l’uomo giusto per ritornare sul tetto d’Italia. D’altronde alla Juve Marotta aveva fatto esattamente quello: ricostruire”.
 
MERCATO – Negli anni in bianconero, Beppe Marotta è stato l’uomo di mercato di riferimento della Vecchia Signora. Tanti i colpi messi a segno: il rivitalizzato Barzagli; i parametri zero Pirlo, Dani Alves, Khedira e Pogba; il colpaccio Tevez – nel 2014 convinto a rimanere un altro anno in bianconero e posticipare il suo ritorno in Argentina -, pagato 9 milioni; l’intuizione Dybala, gli acquisti di pedine fondamentali come Vidal, Pjanic e Bonucci; per finire, lo sgarbo al Napoli da 90 milioni, l’acquisto del Pipita Higuain. Dove non si trova la sua firma, invece, è nell’operazione Cristiano Ronaldo: “Fino all’acquisto di Cristiano Ronaldo, che portò alla ribalta Paratici, suo braccio destro dai tempi della Samp, e forse fu la molla che spinse Agnelli ad accelerare il rinnovamento dirigenziale”. Non solo calciatori, però; negli oneri di Marotta anche la scelta della guida tecnica: prima Conte e poi Allegri. Proprio il tecnico livornese è stato avvicinato da Marotta, in prospettiva Inter, salvo poi firmare nuovamente con la Juventus.