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Una telefonata di primo mattino e il destino di Pippo Inzaghi nella Champions League venne svelato: "Mi dispiace, Pippo, ma non sei in lista Champions." Questa notizia buia scacciò la luce improvvisa dalla casa di Inzaghi, il miglior marcatore italiano nella prestigiosa coppa, escluso da Allegri. Il recordman di gol europei, sacrificato per problemi fisici, l'età, e un feeling mai sbocciato, soprattutto alla fine. Secondo Inzaghi, sarebbe stato Allegri a porre fine alla sua carriera, come ricordato nella sua autobiografia, "Il momento giusto". Ora, a più di 10 anni di distanza, la vendetta è nelle mani del fratello Simone, che con una vittoria potrebbe infliggere una ferita profonda alle ambizioni scudetto della Juventus di Max, in scena domenica contro l’Inter.

L'ODIO - Il titolo del romanzo che coinvolge Inzaghi e Allegri è eloquente: "C’eravamo tanto odiati". La prima crepa nel loro rapporto si è aperta il primo settembre 2011, vigilia di Champions, quando Max escluse Pippo ed El Shaarawy dalla lista UEFA. Lesa maestà: "Pippo ha un problema al polpaccio, ho preso questa decisione solo ieri dopo l’arrivo di Nocerino. Spero possa rientrare a gennaio". Inzaghi non perdonò mai questa decisione, soprattutto considerando un'altra esclusione agli ottavi di finale. A fine stagione, Pippo segnò a San Siro e si ritirò tra le lacrime, congedandosi dal Milan a pochi mesi dai 39 anni. Ma secondo lui, se non fosse stato per il "no" di Allegri, avrebbe continuato almeno un’altra stagione. "Nella primavera del 2012 avevamo trovato un accordo per prolungare il contratto. Galliani era felice di aver trovato insieme a me questa soluzione. Allegri invece la bocciò, non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse al dirigente. Fu una mazzata".

RANCORE - Pippo portò rancore per un po', ma grazie al sostegno dei genitori e del fratello, riuscì a superare quel momento oscuro. Dopo il ritiro, indossò la giacca del tecnico, iniziando la sua carriera in panchina. La sua prima partita alla guida degli Allievi fu al Vismara il 9 settembre 2012, un mese dopo aver compiuto 39 anni. Sugli spalti, i tifosi espressero il loro affetto con striscioni che recitavano "Pippo ci manchi" e "ti vogliamo bene". Inzaghi, tuttavia, dichiarò di aver sentito Ancelotti ma non Allegri. "Non ho problemi, tutti sanno come è andata. Ognuno imposta i rapporti umani come meglio crede." Max continuava ad allenare la prima squadra, ma i risultati tardavano ad arrivare. La voce di Inzaghi come sostituto di Allegri iniziò a circolare, alimentando la tensione tra i due.

IL LITIGIO - La tensione tra i due esplose a metà settembre 2012, durante una visita di Allegri ai ragazzi del settore giovanile al centro sportivo Vismara. La lite, nata forse da un mancato saluto, divampò con parole taglienti. Galliani minimizzò l'episodio, ma la rottura era evidente. Gelo totale da quel momento in poi. La rivalità tra Inzaghi e Allegri continua a infiammare il calcio italiano, culminando nel prossimo Derby d'Italia tra l'Inter di Simone Inzaghi e la Juventus di Massimiliano Allegri. Un capitolo avvincente di rivalità che si svolgerà sul campo, con la vendetta di Pippo ancora in sospeso.