Evviva il Re. Così si è sentito gridare, di qua e di là, dalla sera del 12 marzo. A dire la verità si era sentito già prima, eccome, ma in quella notte ha voluto ricordarlo a tutti, anche a quelli che per qualche secondo se l'erano dimenticato. Il 12 marzo è stata la sera dell'ultimo Juve-Atletico Madrid. Otto mesi e mezzo dopo quella sfida non conta più così tanto, se non per assegnare il primo posto nel girone. Anche se, per qualcuno ha un certo peso specifico. Quel qualcuno è Cristiano Ronaldo, il protagonista di queste prime righe e delle successive, colui che in carriera ha fatto dell'Atletico Madrid la propria seconda vittima preferita, quasi come se il derby della capitale spagnola fosse una questione personale: 25 gol in 34 sfide.
Ha giocato, ha segnato, ha vinto, in trionfato e ha provocato. Anche e soprattutto questo. Perché l'Atletico per lui non è un normale avversario. Così come la Champions League non è una normale notte. E pensate allora quando le due cose si combinano. Ecco, in quelle sere esce il Re, uno di quelli da temere (Ricordate il "paura" dell'andata?). La Juve lo aspetta, forte come sa essere, e dopo il caos delle ultime settimane c'è una motivazione in più. Per tutti.
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