Osservatori di Juventus e Torino che hanno scritto pagine sul giovanissimo talento a quei tempi in forza al Cuneo, Fabio Miretti. Come è arrivata la scelta di vestire il bianconero? La scelta non ha strettamente a che fare con il tifo, lo ha spiegato il padre Livio ai nostri microfoni mesi fa: “Eravamo al Cuneo e sono arrivati gli osservatori di Toro e Juventus. All’epoca al Cuneo c’era un presidente filo granata e ci aveva messo a disposizione un accompagnatore. Ogni 15 giorni si andava a Torino per allenarsi con il Toro. Nel mentre è arrivata la Juve. Anche lì abbiamo cominciato con un allenamento ogni 15 giorni, ma poi si bloccò tutto, perché aveva 7 anni e non c’era la possibilità di tesserarsi, abbiamo aspettato gli 8 anni. La Juve ci fece la proposta delle navette, lo venivano a prendere sotto casa e allora abbiamo deciso per questo, al di là che fossimo juventini, una questione economica e di comodità”.
A fare la differenza, tra Toro e Juve, dunque, un pullmino. Per fare la differenza, nel Derby della Mole di domani, ci vorrà altro. Grinta, spirito, attaccamento alla maglia: così si vince una stracittadina, così si puó tirare una boccata di ossigeno. In questo contesto può tornare protagonista proprio Fabio Miretti, finito ai margini nelle ultime partite, ma è uno che sa bene cosa vuol dire difendere i colori bianconeri.