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Sandro Tonali, centrocampista del Brescia che piace a Inter e Juve, si racconta nel corso di una lunga intervista concessa a SportWeek, settimanale de La Gazzetta dello Sport: "Più completo di Pirlo? Esagerando, Pirlo mi ha dato ragione: non ci somigliamo. Ma da qui a dire che io sia un giocatore più completo di lui...Quando due miei amici i hanno girato sul cellulare la diretta Instagram nella quale si esprimeva così, ci sono rimasto. E ancora adesso sono senza parole. Posso solo rispondergli con un 'grazie'".

SUGLI INIZI - "Sant'Angelo Lodigiano vive di calcio. Andavo allo stadio e c'erano sempre mille persone, anche in Terza categoria. Il resto lo hanno fatto Enrico (suo fratello, ndr) e l'oratorio. Da lì è partita la mia scalata verso la cima della montagna. La Lombardia Uno? È la mia prima vera squadra. Doveva andarci mio fratello e mi ero messo in mezzo anch'io. Al provino ci portò mamma. Dopo due o tre anni lì, le proposte di Parma e Piacenza. Scegliemmo la seconda perché più vicina a casa. Avevo già ben chiaro che, coi sacrifici necessari, sarei potuto arrivare anche in capo al mondo".

SUL MILAN - "Il Lombardia Uno era affiliato al Milan. Ognu due o tre mesi, cinque o sei bambini venivano chiamati al Vismara, dove si allenano i giovani del club. Non posso dire che mi abbiano scartato: non mi hanno proprio preso in considerazione. Forse ero troppo piccolo". SUL RUOLO - "Mezzala o regista? Sai che non lo so? Mi piacciono entrambi. Dipende da come si schiera l'avversario: contro un 4-4-2 ho più spazio come mezzala, se ho di fronte un trequartista mi piace stare davanti alla difesa perché, saltato lui, ho il campo davanti".

SUL SOGNO DA BAMBINO - "Diventare calciatore. L'avevo chiesto anche in una letterina indirizzata a Santa Lucia. Le avevo dato un'alternativa: o calciatore, o santo. Poi ho capito che per la santità mi sarei dovuto impegnare troppo e ho detto: facciamo calciatore".