LE ESPERIENZE - "Esperienze che mi hanno formato. Conoscere le lingue è stato importante e lo è ancora nel quotidiano: parlare la lingua madre del calciatore ti aiuta a creare un rapporto più stretto, o magari a convincerlo a firmare per te".
NEXT GEN - "È stata un'idea illuminata di Andrea Agnelli. Ha trovato un'ottima guida in Federico Cherubini, che ringrazio per ciò che mi ha trasmesso. Abbiamo lavorato su un'idea che sembrava difficile da realizzare e invece è diventata la fortuna della Juventus, grazie a una dirigenza che ci ha creduto molto, con direttive precise e spazio di manovra".
SOULE' - "Ho visto Matias per la prima volta quando aveva undici anni: a volte nello scouting ci vuole anche fortuna. Lo abbiamo monitorato a lungo e qualche anno dopo, la prima volta che è andato in Nazionale, al Torneo dell'Algarve, siamo riusciti a portarlo con noi. Oltre al lavoro del club, è stata fondamentale la determinazione del ragazzo, che ha voluto la Juve dal primo momento". HUIJSEN - "L'operazione Huijsen invece nasce in periodo Covid, grazie al contatto che avevamo con il suo ex agente, Alex Santisteban. Ci ha mandato alcuni video. Dopo cinque minuti del primo ho risposto: 'Vengo subito a vederlo'. Mi ha impressionato la maturità e la sicurezza che a quindici anni già aveva, oltre alle sue caratteristiche fisiche e tecniche".
LE PIU' DIFFICILI - "Ma le trattative più difficili sono state le prime, quando ancora non si conosceva il progetto Next Gen e che risultati avrebbe portato, come è stato con Dragusin".
FACUNDO - "Un giocatore di grande futuro, per esempio, è Facundo Gonzalez: è pronto per il grande salto dopo una stagione in prestito alla Sampdoria. Poi mi fa piacere vedere Rouhi con la prima squadra: negli ultimi anni è sempre rimasto all'ombra di altri talenti, ma è un terzino sinistro forte, che ha fisico, tecnica e grande concentrazione in campo. Poi c'è Nonge, e anche ragazzi di grande prospettiva che invece non vengono dallo scouting, come Nicolò Savona".