LEGGENDE - Grosics era il portiere dell'Aranycsapat, la Grande Ungheria di Puskas, Hidegkuti, Czibor e tanti altri campioni che, allenati da Gusztav Sebes, stupirono il mondo e si rivelarono una macchina da gol imbattibile. Umiliarono gli inglesi a Wembley e "ammazzarono" i Mondiali del 1954... fino alla finale, quando furono clamorosamente sconfitti per 3-2 dalla Germania tra mille recriminazioni. Al pari dell'Olanda di Cruijff vent'anni dopo, i "magici magiari" sono la squadra più forte della storia a non aver vinto trofei di rilievo.
SPLENDIDA INIZIATIVA - Ebbene, a difendere i pali di quel fantastico collettivo era Grosics. Era un tifoso del Ferencvaros, ma il regime comunista ungherese lo costrinse a giocare nella Honved, altra società storica di Budapest, che all'epoca era la più forte nel Paese, e lo Stato dirottava lì gli elementi più validi. Nel 2008, allora, tanti anni dopo quell'epoca, a blocco sovietico ampiamente caduto, il Ferencvaros ha deciso di regalare una gioia immensa a quel sostenitore molto speciale. Grosics poté battere il calcio d'inizio e disputare il primo minuto di un'amichevole della sua squadra del cuore contro lo Sheffield United!
ONORE ETERNO - Tanto bastò, all'ormai 82enne Grosics, per poter dire di aver militato nel suo Ferencvaros. Il club, come ulteriore segno di riconoscimento, ritirò la maglia numero 1 in suo onore e per questo, né l'attuale estremo difensore titolare Denes Dibusz né qualsiasi altro portiere che vestirà il biancoverde di Budapest potrà mai indossare quel numero, così tipico del ruolo. Perché quel numero sarà per sempre di Grosics, che per motivi troppo più grandi di lui fu costretto a compiere le sue parate da un'altra parte rispetto a quella che gli avrebbe detto il cuore. Ma che grazie al gesto compiuto dodici anni fa dal Ferencvaros, ha potuto lasciare questo mondo nel 2014 un po' più felice.