E sul caso razzismo: "E' una trappola, un'ideologia politica che va avanti perché c'è gente che ci guadagna; è arroganza, è pensare di avere sempre ragione, è non volere ascoltare gli altri. Per sconfiggerlo bisogna abbattere i pregiudizi, abitudini che ci sono anche nel mondo del calcio. I giocatori devono dire: "Sì, c'è razzismo in Italia", e intervenire per cambiare le cose. Quando gridi che Koulibaly è una scimmia tu fai violenza, colpisci non solo lui ma tanta gente. E per uscire dal razzismo non devi pensare come un francese, un italiano, un nero, un bianco, un senegalese, ma come un essere umano".
Infine, sul Mondiale del 2006 conquistato dagli azzurri: "Ero veramente arrabbiato, ma ho visto i miei compagni della Juve dopo la partita e Camoranesi mi ha detto che noi l'avevamo vinto nel '98. Da quel momento ho accettato la cosa e ho capito che essendo noi amici era giusto così".