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Thiago Motta, esonero 'rimandato' solo per i conti: l'impatto sul bilancio e il retroscena sulla clausola
Perché Thiago Motta non è già stato esonerato?
Il tema, neanche a dirlo, è di natura economica. Un esonero ha dei costi, che per la Juventus a livello di bilancio sarebbero più sostenibili da aprile in poi, con la possibilità di caricarli sul trimestre aprile-maggio-giugno e di compensarli con una cessione a inizio estate, come scrive La Gazzetta dello Sport.
Quanto costa l'esonero di Thiago Motta
Il Corriere dello Sport, invece, spiega: "Thiago Motta ha firmato un contratto triennale da 5 milioni netti a stagione ma l'accordo conterrebbe un paracadute (la cosiddetta "break payment close") che scatterebbe in caso di licenziamento entro il secondo anno di contratto. Ciò significa che la Juve spenderebbe una quindicina di milioni solo per liberarsi dell'allenatore ingaggiato appena l'estate scorsa, anche perché un tecnico non viaggia mai solo ma in compagnia del suo staff. A queste cifre si aggiungerebbe ovviamente il costo del nuovo e del relativo entourage. La Juve avrebbe bisogno di una guida tecnica di prima fascia, per affrontare in modo credibile un finale di campionato molto delicato, ma nessun allenatore di un certo livello accetterebbe il ruolo di traghettatore per nove partite (lo stesso Roberto Mancini, che al momento rappresenta la pista più calda insieme a Igor Tudor, vorrebbe la garanzia di un rinnovo automatico almeno in caso di qualificazione alla prossima Champions League, ndr)".
Spiega ancora il quotidiano: "Chiunque arrivasse sulla panchina della Juve potrebbe dettare le sue condizioni, un po' come lo stesso Motta, ricercatissimo l'anno scorso grazie ai successi del Bologna. Esigerebbe come minimo un impegno pluriennale e chiederebbe garanzie sul mercato. La Juventus potrebbe permetterselo? La semestrale al 31 dicembre scorso ha offerto segnali rassicuranti. Il percorso di risanamento dei conti prosegue, non senza difficoltà, e il conto economico ha mostrato un risultato netto finalmente positivo (16,9 milioni) dopo anni di perdite. Quasi certamente non ci sarà l’utile alla fine della stagione attuale, ma l'evoluzione della gestione pare indirizzata nella giusta direzione. Questo risultato ha richiesto al management sforzi notevoli sul fronte del mercato in uscita (che ha contribuito con 67,4 milioni di ricavi) ma pure nella gestione del costo della rosa, che si è abbassato di quasi 20 milioni rispetto al primo semestre dell'anno precedente. La sostituzione in corsa dell'allenatore non vanificherebbe questi progressi ma toglierebbe spazio a possibili interventi sul mercato, dove pure i rinnovi di alcuni giocatori sembrano rallentati dalla difficoltà di prevedere se l'obiettivo del quarto posto sarà raggiunto".
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