L'idea non era solo quella di difendere, ma di provare a sfruttare la velocità del giovane nelle ripartenze. Una mossa audace, forse persino arrogante, ma che rifletteva la mentalità del tecnico: non accontentarsi mai, nemmeno in una situazione disperata.
La critica attorno a Thiago Motta dopo Juventus-Stoccarda
La critica è arrivata puntuale. A due minuti dall'ingresso in campo di Rouhi, El Bilal Touré si è infilato tra le maglie della difesa e ha segnato il gol decisivo per lo Stoccarda. La Juventus ha perso la sua prima partita stagionale, e le decisioni di Motta sono finite sotto i riflettori. Le domande sul perché di certi cambiamenti tattici, su scelte di formazione e rotazioni, hanno cominciato a dominare il dibattito. Perché non difendere semplicemente il pareggio? Perché insistere con Vlahovic fuori e non dare fiducia a Cambiaso sin dall'inizio? La gestione della rosa, segnata anche dall'assenza di giocatori chiave come Koopmeiners e Douglas, ha lasciato perplessi.
Tuttavia, il tecnico bianconero non è nuovo a queste situazioni. In vista del prossimo scontro con l'Inter a San Siro, Motta non sembra intenzionato a cambiare approccio. Anche con diverse assenze offensive, tra cui quella ormai cronica di Milik, la sua filosofia calcistica rimane chiara: il risultato deve essere ottenuto attraverso il gioco, la sua visione del calcio. Ma la domanda resta: quanto peso avrà la sua ostinazione nel lungo termine?