Tebas, l'intervista a Tuttosport
IL SISTEMA NON FUNZIONA - "È un tema che studiamo da anni e dico chiaramente: no, non è colpa dei manager. È un problema di funzionamento del sistema, di come è strutturato. Le proprietà mettono soldi per acquistare giocatori e pagare loro gli stipendi con l’intento di vincere le competizioni o, magari, di essere promosse nella categoria superiore o di non retrocedere. Però solo una vince, solo quattro vanno in Champions o solo tre vengono promosse e, comunque, ce ne sono tre che retrocedono. Quindi se cinque o sei avevano investito per vincere, ce ne sono quattro o cinque che non lo hanno fatto, ma hanno creato inflazione nei costi. "
DIVARIO TRA CLUB - "Questa è una delle mie preoccupazioni e la espongo da anni. Ci sono squadre più grandi, per storia e bacino, ma noi che organizziamo il calcio dobbiamo evitare che questo divario naturale si amplifichi e si allarghi troppo, perché ne va della vita stessa del sistema industriale del calcio. La distribuzione del denaro generato dalle competizioni va gestita, a livello internazionale e nazionale, non dobbiamo cambiare il calcio: la Juventus deve rimanere la Juventus, il Milan, il Real eccetera, ma non dobbiamo permettere che aumenti il divario perché sarebbe la distruzione dei campionati nazionali".
SCETTICISMO SULLA NUOVA CHAMPIONS - "Sono scettico e mi preoccupa. Voglio vedere come funzionerà: a livello sportivo è un po’ complicato, forse funzionerà come prodotto televisivo, ma il rischio è quello che cannibalizzi i campionati nazionali. Nel prossimo triennio ci sarà una progressiva cannibalizzazione perché, se gli introiti nazionali sono inferiori a quelli europei e quelli europei vengono distribuiti solo a una ristretta élite, aumenterà quel divario di cui parlavamo prima".
SULLA SUPERLEGA - " Non credo che la Superlega voglia essere un’alternativa, ma proprio sostituire il sistema di competizioni europee che è sempre stato un modello di successo che credo vada mantenuto. Il dibattito si è intossicato e credo che la sentenza ammetta il monopolio dell’Uefa, ma dica che esiste una posizione dominante perché non c’è regolamentazione su come organizzare una competizione all’interno dell’Uefa e che quindi l’Uefa debba provvedere a regolamentare questo. Dice anche cose importanti: devono essere create norme più trasparenti, con la partecipazione degli stakeholder interessati".
CRITICHE ALLA FIFA - "Impone dall’alto tutto, a partire dal calendario. Alla Fifa dei nostri interessi non gliene frega niente: occupano tante settimane all’anno con le loro competizioni. E poi dicono di ridurre da 20 a 18 le squadre dei campionati: un danno per l’industria nazionale. Nella Fifa siede gente che non ha mai avuto un club".
NO AL MONDIALE PER CLUB - "Hanno approvato un calendario, lo hanno piazzato senza chiedere ai campionati nazionali, tutte le leghe devono ridurre i loro calendari o complicarli. Vorrei ricordare che nelle leghe europee, contando solo i professionisti, ci sono 60 mila giocatori, poi contate gli allenatori e tutte le persone che lavorano direttamente o indirettamente e... ecco, si capisce chi viene danneggiato. Questi attacchi danneggiano, per esempio, il calcio italiano: speriamo che cambi questa dinamica, io sono contro l’essenza del Mondiale del club."