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Marco Tardelli, storico centrocampista della Juventus, ha parlato a Tuttosport: "Juve? Significa far parte di una squadra storica. Di una squadra che ha avuto la famiglia Agnelli come presenza perenne. Far parte di un gruppo che è legato alla maglia. Sempre". 
 
RICORDO - «Quando sono arrivato alla Juventus nel 1975 ero uno dei giocatori più pagati, non come stipendio ma come cartellino: mi avevano acquistato per un miliardo dal Como nonostante fossi un terzino, mi sembra che a quei tempi dopo Savoldi (dal Bologna al Napoli per due miliardi, ndr) fossi stato il giocatore pagato di più. Appena arrivai dal presidente Boniperti mi disse “Togliti la collanina, togliti il braccialetto, vatti a tagliare i capelli e poi torna da me”. Lì capii che la Juventus era un’altra cosa».  
 
JUVE - «La Juventus dove giocavo io era una squadra con delle regole. Che rispettava quello che veniva detto dal presidente, dall’Avvocato. C’era un rispetto importante delle regole. Se non le rispettavi venivi mandato via. Le altre squadre forse saranno state diverse, ma non è che fossero peggio o meglio, avevano grandi presidenti anche le altre. Una caratteristica nostra era che guadagnavamo meno degli altri, poi andavamo a guadagnare di più con i premi. Questa era una caratteristica della Juve: per guadagnare dovevi vincere».  
 
TIFOSI - «I tifosi con la Juventus pretendono sempre tanto. Erano difficili da accontentare ai miei tempi e lo sono adesso: non sono cambiati. È cambiato il rapporto, una volta era molto più vicino e diretto». 
 
LA STAGIONE - «È stata una stagione strana e difficile per tutti. Per i giocatori, per l’allenatore, per la società... Purtroppo quando si commettono degli errori si deve pagarli. Credo che la Juventus abbia commesso degli errori e credo che si debba essere logici e non arroganti. Ecco una cosa che non avevano mai né l’Avvocato né Boniperti, l’arroganza». 
 
ALLEGRI - «Tutti gli uomini sono giusti, basta avere i giocatori giusti. Non ho mai visto vincere l’Avellino anche con un grande allenatore. Vedremo come andrà il mercato. E credo che Allegri avrebbe dovuto avere un “compagno” vicino, nel senso di un tipo alla Marotta, un dirigente che lo accompagnasse. Invece si è ritrovato da solo a gestire una situazione abbastanza difficile». 
 
GIUNTOLI - «Sì, Giuntoli potrebbe essere l’uomo giusto. Perché a volte per l’allenatore c’è bisogno di avere un colloquio sano con qualcuno che ti stia vicino».