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Leonardo Bonucci compie trentatré anni. Quante emozioni per il ragazzo di Viterbo, che dal 1° maggio del 1987 ad oggi ha vissuto forse più che una semplice vita. Almeno dal punto di vista sportivo. Dalla Primavera dell'Inter alla Juventus, non senza qualche turbolenza nel tragitto. Centrocampista mancato, spostato difensore a 16 anni, Bonucci ha rappresentato il prototipo del difensore contemporaneo, anche se ai lanci millimetrici dalle retrovie ha sempre accostato qualche errore in fase prettamente difensiva. Le "bonucciate" però, sono ormai un capitolo della giovinezza, lasciato alle spalle proprio quando ha commesso forse l'ultima: due stagioni fa, quando per un anno ha lasciato la Juventus per il Milan. 
  Un errore che gli è stato perdonato, anche se ci ha messo del suo, perché nulla gli è stato concesso per grazia divina. E forse, proprio questa costante, questo dover sempre convivere con le critiche quanto con gli elogi, lo ha spinto alla scelta più dura. Si è pentito, lo ha ammesso lucidamente quando, nel 2018, si è ripresentato alla Continassa. "Accetterò i fischi" disse allora, "Milan? Non ero lucido allora" ha confermato poi, dimostrando come la testa valga quasi più della tecnica o di un anticipo fatto con magistrale tempismo. Ne ha dovuti bucare, prima di assumersi il suo ruolo di autorità, ma ormai è passato. Il futuro è bianconero, da capitano magari, come spesso ha giocato quest'anno, facendo le veci del "vecchio saggio" al posto di Chiellini, educando il giovane dalle belle speranze Matthijs de Ligt. E ora, sperando che anche questo compleanno non finisca in polemica, si gode la sua famiglia anche se costretto - come tutti - ad attendere che si ritorni in campo...