Un passo indietro al 23 aprile, giorno del malore di Tacconi: «Nessun figlio vorrebbe vedere il padre in quelle condizioni». L’ambulanza arriva subito, ma Andrea ricorda ancora quegli attimi tremendi e difficilmente potrà dimenticarli. «Vederlo per terra in quelle condizioni era surreale, mio padre non aveva mai avuto un’avvisaglia di malessere, neppure una linea di febbre». E il dubbio lo ha stritolato subito. «Ce la farà ad arrivare in ospedale?».
Sempre Andrea, nel suo racconto per Gazzetta, ripercorre il periodo di recupero e riabilitazione del padre: «Papà parla sempre del passato, magari è un po’ confuso, ogni tanto gli capita di scambiare i piani, ad esempio mi dice “oggi gioca Platini contro Maradona”. Ma sta meglio e con la sua forza regala energia a tutti noi», racconta Andrea. Che è il comunicatore della famiglia e dà grande importanza a tutti i messaggi di sostegno arrivati in questi mesi. «La Juve si è sempre interessata, ma ci hanno scritto in tanti, ex calciatori e tifosi di tutte le squadre, non soltanto della Juve, ma anche del Milan, dell’Inter, di tanti club. Zenga chiede sempre notizie, come Zoff, Schillaci, Ferrara e altri ancora».
In conclusione, un aneddoto che lega calcio e percorso riabilitativo: «Un giorno, da solo, sulla sua carrozzina, si è spostato dalla camera alla piccola sala tv del centro riabilitativo. Non so come, papà ha acceso la tv, ha cominciato a schiacciare i tasti del telecomando e alla fine ha trovato il canale giusto. Da allora non si è più staccato dallo schermo. Ha visto credo tutte le partite del Mondiale e i medici sono convinti che gli abbia fatto bene, perché il calcio ha fatto sempre parte della sua vita».