commenta
Le parole di Stefano Tacconi a La Stampa:

COME STA - «Bene, dai. Ho una gamba che fa fatica, ma dalla carrozzina sono già passato alle stampelle. Con la rieducazione sono ormai in dirittura d’arrivo. Che botta, però».

BONIPERTI - «Tanti, su tutti Boniperti. Ogni volta che facevo qualche stupidaggine scattava la multa. Negli anni gli ho dato tanti di quei soldi… Per fortuna vincevo e mi tornavano indietro».

SIGARETTE CON PLATINI - «E non solo con lui. Una volta in ritiro il Trap piombò nella camera che dividevo con Favero e ci trovò avvolti nella nebbia. Spalancò le finestre e ci disse: “Adesso le tenete così”. Fuori c’erano dieci gradi sottozero».

COSA NON RIFAREBBE - «Dichiarare che rimpiangevo Zoff, che nel 1984 se n’era andato in polemica con la società. Il giorno dopo l’Avvocato piombò a Villar Perosa con l’elicottero per sgridarmi. Provai a nascondermi dietro un albero, ma mi beccò. “Tacconi, se lei rimpiange Zoff, si immagini noi”. E finii in panchina per il resto della stagione».

HEYSEL - «Ricordo bellissimo e orribile allo stesso tempo. L’unico sollievo è pensare che abbiamo salvato molte vite, se non fossimo scesi in campo sarebbe stata una carneficina persino peggiore. I nostri Ultras avevano sfondato la rete ed erano già sull’erba, a fatica li abbiamo convinti a tornare in curva».

SAPEVATE? - «Sapevamo che c’erano stati disordini, non dei morti. Lo scoprimmo solo nell’intervallo».

SCELTA DI GIOCARE - «Della gendarmeria belga. Un generale entrò negli spogliatoi e ci disse “Vestitevi e uscite, o qui la situazione degenera ulteriormente”. Dopo la vittoria fu sempre la polizia a chiederci di festeggiare in campo con la coppa, per dar loro il tempo di evacuare gli hooligans».