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"Troppo entusiasmo" aveva detto Allegri in preparazione al match di Reggio Emilia. Il rischio di un ambiente euforico però è già finito. La Juve cade contro il Sassuolo, perdendo la prima partita del campionato e riscoprendo quei limiti che non potevano essere cancellati così dal nulla. 

I limiti di una difesa che se viene attaccata soffre, come era successo ad Udine nel secondo tempo e con il Bologna. I limiti di quella stessa difesa che in costruzione regala il terzo gol in due partite (questa volta è toccato a Gatti, a proposito di 'certezze' che oggi sono svanite). E tutto diventa più complicato se a "tradire" è chi anche nei momenti peggiori non l'ha mai fatto, ovvero Danilo; impreciso in fase di possesso, soffre la qualità di Berardi e tiene in gioco Pinamonti sul terzo gol che decreta la vittoria del Sassuolo.

I limiti di Dusan Vlahovic, che giustamente una settimana fa si prendeva i meriti di una prestazione da "80 milioni di euro", e che invece oggi è tornato la versione della passata stagione. Un gol divorato con il piede forte, una faccia visibilmente contrariata nel momento del cambio. 

Un pomeriggio che riporta la Juve con i piedi per terra e che era iniziato nel peggiore dei modi per l'errore grossolano di Szczesny. E forse, il fatto che una delle poche note positive della Juve degli ultimi anni, diventa in negativo il protagonista di giornata, fa capire come non era proprio giornata. Il polacco, che anche sulla terza rete avrebbe potuto e dovuto fare meglio. Le certezze che tradiscono la Juve, tranne una. Ma Federico Chiesa non può bastare, da solo.