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Il tema, nelle ultime settimane, è tornato di forte attualità. La Superlega continua a far discutere nei salotti calcistici europei (e non solo...), tanto più dopo il rilancio del 19 ottobre scorso con la nomina del tedesco Bernard Reichart quale CEO con l'obiettivo "di intavolare un ampio e intenso dialogo con un largo numero di stakeholders, tra cui club, giocatori, allenatori, tifosi, rappresentanti dei media e politici", oltre che "di incoraggiare lo sviluppo di un modello di sport sostenibile per le competizioni europee per club che rifletta al meglio gli interessi comuni e di lungo termine sia dei fan sia della comunità calcistica nel suo complesso".

LE ULTIME - Il progetto sostenuto da Juventus, Barcellona e Real Madrid, insomma, non è morto, anzi. In attesa del pronunciamento della Corte di Giustizia Europea a marzo 2023, che potrebbe cambiare in maniera notevole gli scenari, settimana prossima, come annunciato dallo stesso Reichart, è in programma un incontro a Nyon con la UEFA, segnale di un'apertura al dialogo da parte del massimo organo calcistico continentale a cui fino a poche settimane fa sembrava difficile, se non impossibile poter assistere. Nel frattempo, inoltre, Andrea Agnelli è tornato a discutere la questione con il patron del PSG Nasser Al-Khelaifi, principale esponente del polo "in lotta" contro la Superlega.

IL PROGETTO - Il nuovo progetto, come già raccontato, prevede due Conference da 14-16 squadre a girone con successivi ottavi, quarti, semifinale e finale: una competizione che si disputerebbe nei giorni infrasettimanali non intaccando quindi il calendario dei campionati nazionali, più aperta rispetto all'idea iniziale ma con l'obiettivo che resta quello di aumentare il numero delle grandi partite. 

L'ATTACCO - Una proposta, come si diceva, che continua a far discutere, in un senso e nell'altro. Ad esprimersi sul tema, nella mattinata di oggi, è stata anche la Liga spagnola, attraverso un duro comunicato. "La Superlega è stata presentata ufficialmente nell'aprile 2021. Tutto il calcio europeo si è posizionato contro il suo modello chiuso, egoista ed elitario. Adesso i promotori intendono rifare il format, assicurando che non hanno ancora un modello definito, ma che sarà aperto. Sappiamo che questo è falso [...] e che perpetuano la partecipazione di pochi privilegiati [...]", si legge nella nota. "Quello che stanno per offrire è sempre lo stesso tipo di format trasformando lo straordinario in ordinario, con meno incentivi rispetto alle attuali competizioni europee, dove ci sono sorprese, mai viste prima, si vivono playoff ed emozioni eccezionali. Senza contare che la Superlega distruggerebbe la capacità di trasformare i sogni in realtà, come le grandi imprese in Champions League di Porto, Leicester, Villarreal, Monaco, Roma, Leeds, Dortmund e tante altre. I promotori della Superlega devono rispettare la volontà dei tifosi e dei cittadini della comunità, visto che il Consiglio d'Europa si è già schierato contro la Superlega e il Parlamento europeo ha difeso un modello aperto, democratico e basato sulla meritocrazia".

LA REPLICA - Non si è fatta attendere la replica della stessa Superlega, che nelle ore successive ha rotto il silenzio su Twitter: "Ciao LaLiga! Non avete superato il “fact check” perché quello che dite è falso: la nostra posizione è un dialogo aperto con il calcio europeo dei club, anche con posizioni critiche. Crediamo fermamente che il calcio europeo abbia bisogno di un dibattito aperto e senza manipolazioni". E ancora: "Ah, a proposito: invece di parlare di noi, se volete saperne di più sul nostro progetto potete sempre parlarci. Siamo qui!". Il dibattito, insomma, è più che mai vivace. E ora cresce l'attesa per il summit di Nyon...