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Non solo l'attacco frontale alla Juve (CLICCA QUI). C'è anche la questione della Superlega tra i temi trattati da Javier Morente, Head of Relations with International Sports Associations de LaLiga, nel programma Twitch realizzato in collaborazione con TMW. Ecco il suo commento sul progetto: "La posizione de LaLiga è molto chiara: siamo assolutamente contrari a un modello elitario in cui i grandi club vogliono decidere tutto nel calcio europeo. Non ci sono solo i grandi club, ci sono più di 1.500 club professionistici in Europa, più di 50.000 giocatori professionisti, i campionati generano 11.000 milioni di euro a stagione come diritti televisivi [...]. Un ecosistema di successo, con i suoi difetti ma di successo, che è cresciuto sulla base di campionati nazionali forti che danno accesso alle competizioni europee dove si gioca un calcio eccellente. Sempre sulla base dell'accesso e di basi come le leghe nazionali. È questo che dobbiamo proteggere. I grandi club vogliono distruggere questo ecosistema e costruirne uno nuovo e noi crediamo che questa non sia la soluzione".
E ancora: "Il sistema è perfetto? No. Dovrebbero esserci dei miglioramenti? Sì. La soluzione è distruggerlo completamente? No. Dobbiamo quindi correggere il sistema, dobbiamo migliorarlo. Uno dei grandi pilastri è la sostenibilità finanziaria [...]. Quello che la Superlega vuole è un sistema di promozione e retrocessione in cui si passa a un sistema praticamente chiuso. Per i grandi club sarebbe praticamente impossibile retrocedere in seconda divisione. Quindi, non è vero che si tratta di un sistema meritocratico, non è vero quello che ci viene raccontato sulla Superlega. Dobbiamo continuare a lottare, seguendo il parere dell'Europa, che si è schierata contro la Superlega al Parlamento europeo, con 87 voti a favore di un sistema aperto e meritocratico basato sul merito sportivo, che è quello che dobbiamo promuovere. Ciò che sta accadendo alla Corte di giustizia europea è importante. Siamo in attesa della sentenza, ma questo non è l'ultimo passo: continueremo a lottare affinché le autorità legiferino e proteggano l'attuale modello di sport europeo".