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Il presidente della Figc Gabriele Gravina ha parlato in attesa della decisione della Corte di Giustizia europea sulla Superlega: "Noi siamo stati l’unica federazione che ha assunto da sempre una posizione molto chiara, siamo totalmente contrari, esiste una norma federale per la quale chi aderisce a quel mondo esce dal nostro sistema calcio. Non possiamo impedire l’adesione che resta libera, ma non è pensabile disputare due o tre campionati all’interno di una serie di organizzazioni. Già siamo in difficoltà, potete immaginare cosa succederebbe se aggiungessimo un altro campionato. Io devo salvaguardare il brand del calcio italiano e si deve sapere a cosa si va incontro".

DECRETO CRESCITA - «Il mio interlocutore è il ministro per lo Sport Andrea Abodi, che ho visto lunedì. Mi ha parlato di un’eliminazione della norma in modo graduale, si sta lavorando su questo e aspettiamo indicazioni da parte sua e le proposte all’interno del Consiglio dei Ministri. Io ho espresso dal primo momento una contrarietà assoluta al Decreto Crescita. Oggi però dobbiamo tener conto che ha generato degli effetti e l’eliminazione totale creerebbe effetti contrari maggiori rispetto ai vantaggi dell’abrogazione. Con Assocalciatori e le componenti professionistiche vogliamo confrontarci per trovare una mediazione. Il tetto del milione di euro ha generato qualche effetto positivo, ma serve ancora un approfondimento».

INDICE LIQUIDITA' - «Abbiamo previsto il blocco totale del mercato (diventerà effettivo nella finestra di gennaio del 2025, ndr) per chi non rispetterà l’indice di liquidità e gli indicatori correttivi di indebitamento e di costo del lavoro allargato per le finestre di riferimento. Blocco del mercato pure per chi aderirà alla ristrutturazione del debito attraverso gli strumenti previsti dal Codice della Crisi d’impresa e dell’insolvenza che permane anche per le due finestre di mercato successive all’omologa definitiva da parte del tribunale (vedi caso Reggina, ndr). Si comincia a entrare nell’ottica di un maggiore equilibrio tra valore della produzione e costo del lavoro. L’esigenza di messa sotto controllo dei costi non è più procrastinabile».