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Dodici anni alla Juve, tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Gino Stacchini ha giocato con Boniperti e Del Sol: di loro ha parlato a Tuttosport

BONIPERTI SENATORE - "Si faceva sentire, eccome, negli spogliatoi e in campo. Aveva doti di comando notevoli, era un capitano nato, juventino dalla testa ai piedi, non ci sarà più nessuno come lui. Tutto quello che faceva non era per se stesso, per un tornaconto personale, ma in nome della Juve. Come mi accolse? In quegli anni si viaggiava tanto in treno e i calciatori affermati avevano tutti un ragazzino della rosa che gli portava la valigia personale. Per noi era un privilegio. Ricordo il mio primo derby, nel marzo del 1958. Faccio un passaggio sbagliato e Boniperti alza le braccia al cielo, come a imprecare per il mio errore, e il pubblico inizia a fischiare. Il secondo e il terzo cross sono invece al bacio, ma lui lascia passare la palla e alza sempre le braccia al cielo, così i tifosi fischiano ancora più forte. Allora io mi avvicino a Boniperti e gli dico: 'La prossima volta che alzi ancora le braccia e mi fai fischiare dal pubblico ti salto sul groppone'. Lui mi risponde: 'Così ti voglio, adesso sei da Juve, ti sei conquistato questa maglia...'. Ha voluto mettermi alla prova per vedere se avessi la giusta personalità, la grinta, la determinazione, tutte qualità che lui cercava nei giocatori e che erano indispensabili per poter giocare nella Juve. Boniperti era molto educativo per i giovani come me. Io mi lamentavo perché arrivavo dalla Primavera e non avevo tanto spazio in prima squadra: altri ragazzi erano stati mandati in prestito e guadagnavano molto più di me che, allora, prendevo diecimila lire. Neppure il passaggio tra i grandi aveva aumentato il mio stipendio e allora chiesi di essere ceduto anch’io, invece lui mi ripeteva che avrei dovuto crescere lì e meritarmi la Juve dal di dentro, come del resto è avvenuto". 

DEL SOL - "Fu il primo spagnolo a vestire la maglia bianconera, all’Inter c’era Suarez, che proveniva dal Barcellona. Del Sol era stato preso invece dal Real Madrid: era un grande maratoneta, con una forza fisica straordinaria e una resistenza enorme. Arrivò in un momento di rinnovamento per la Juve: Boniperti e Charles erano andati via, Sivori era in crisi. Lui fu il migliore acquisto dopo Charles e Sivori. Il postino? Beh, era un corridore eccezionale, correva il triplo dei compagni e distribuiva palloni a tutto andare. Io ho rischiato grosso con lui... Era il febbraio 1962, ci giocavamo lo spareggio dei quarti di Coppa Campioni contro il Real Madrid. Perdemmo 3-1, anche se meritavamo di vincere, ma prima Charles e poi io dovemmo abbandonare il campo per infortunio. Nel finale ci siamo anche un po’ beccati con gli spagnoli. L’anno successivo Del Sol viene alla Juve e un giorno, scherzando, gli dissi: «Sai che quella sera di Juve-Real Madrid, ai miei ho detto 'Se finisce a botte, io prendo quello piccolino' e ti avrei sistemato. Sa che cosa fece Luis? Mi sollevò come un sacco di patate. Sarà stato anche piccolo di statura, ma Del Sol aveva una muscolatura impressionante. Lì ho capito che era sconsigliabile fare a botte contro di lui".