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Ciao Matias, sei stato una grande promessa

E no, nient'altro. Per questioni di tempo e d'incastri, per una storia che aveva tutto per decollare e poi non l'ha mai fatto. Non è finito un amore, sia chiaro. E' che è non è mai iniziato, anche per questo la Juventus lo lascia partire più a cuor leggero. 

Se la vediamo poi - legittimamente - come una cessione che aiuterà le casse, allora considerate questo: ché con quella di Huijsen vengono spalancate le porte per Todibo, che quella di Matias apre invece lo spiraglio decisivo per Koopmeiners. 

Sarà un'altra settimana intensa e non aspettavamo nient'altro di diverso: questo è il momento di completare la base, così da puntellare, definire, sublimare. Tutti 'verbi' dolci e docili. Che non fanno paura. "Fare" la Juventus è invece tutt'altra storia, con un indice di difficoltà enorme, con un indice di rischi elevatissimo. E' ciò che stanno facendo, oggi, Giuntoli e Pompilio, con l'ausilio di Stefanelli. Una squadra forte, con le idee chiare, nell'oceano assolutamente non pacifico del calciomercato.  Squali tra gli squali, così come avrebbe sempre dovuto operare la Juve. Oggi gerarchicamente molto più forte e chiara di un po' di tempo fa. E forse Matias ha "pagato" il peso della poca chiarezza generale: su di lui non c'è mai stato realmente un percorso netto, come lo stesso Giuntoli aveva previsto per Kenan Yildiz. L'avrebbe meritato? Probabilmente. L'aveva conquistato? Eh, questa è un'altra storia. 

Rivedendolo nella nostra testa, a Norimberga, mentre guarda il cellulare a testa bassa tra lo staff, la sensazione avuta è stata di un filo di tristezza. Voleva la Juve a tutti i costi, gli è sfuggita sempre di qualche centimetro. Per decisione mai sua.


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