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La Serie B a 21 anni è un treno da non perdere. Lo sa bene Alessandro Sersanti, che dopo un biennio da protagonista con la Juve Next Gen – e tre convocazioni da parte di Massimiliano Allegri – ha accettato la corte del Lecco neopromosso per iniziare una nuova avventura in prestito in cadetteria, step importante di un percorso di crescita che tra un anno potrebbe spalancargli le porte di un ritorno in bianconero, magari tra i "grandi". 
In attesa di vederlo in campo con la nuova maglia (i blucelesti non hanno ancora iniziato il proprio campionato per via delle vicende burocratiche e giudiziarie che ne hanno condizionato l'estate, ndr.), abbiamo intervistato in esclusiva il centrocampista classe 2002, direttamente in quello che è il suo nuovo stadio.

- Dalla Serie D (con il Grosseto, ndr.) alla B in pochi anni, passando per la C: che cosa ti ha spinto a scegliere il Lecco e che cosa hai portato con te dall'esperienza alla Juventus?
Sapevo che qui avrei trovato un ambiente adatto a me, al percorso che volevo fare: questa di Lecco è una realtà tranquilla, in cui si può lavorare bene e ci si può esprimere al meglio. Ho incontrato un bel gruppo, composto da persone semplici e alla mano. La Juve mi ha lasciato tantissimo, insegnamenti ed esperienze che mi hanno fatto crescere come calciatore e come uomo: indossare la maglia bianconera è una responsabilità importante.

- Che cosa pensi del progetto delle seconde squadre, che la Juve ha lanciato per prima? 
Alla Juve ho giocato tanto, ho capito che cosa significava avere una responsabilità all'interno di un gruppo. Con la Seconda Squadra sei a stretto contatto con i "grandi" tutti i giorni, con il top, con campioni veri da cui puoi imparare anche solo guardando. Quello intrapreso dal club è un percorso che andava fatto: per noi giovani deve essere uno step quasi obbligatorio, in Serie C ti confronti con gente grande, esperta, in un campionato che sta diventando sempre più competitivo e che ti aiuta a farti le ossa per prepararti alle categorie successive. Chi mi ha impressionato di più? In Next Gen direi Miretti e Huijsen, ma lì sono tutti bravissimi e hanno grandi potenzialità, penso anche a Nonge...

- Come avete percepito in Next Gen i recenti cambiamenti societari della Juventus, in un'annata che per la Prima Squadra si è rivelata particolarmente complessa?
Noi non ne siamo stati toccati direttamente quindi abbiamo vissuto questa fase in maniera molto tranquilla, sapendo che la società si sarebbe occupata di tutto. Il nostro direttore Giovanni Manna faceva un po' su e giù ma è sempre stato presente per noi, bravissimo a trasmetterci la giusta calma e le giuste pressioni. Alla Juve la dirigenza è fatta di grandi persone che hanno conosciuto il campo, che sanno come comportarsi in ogni situazione.

- Come è stato lavorare con Brambilla e poi con Allegri?
L'anno scorso Brambilla era alla sua prima esperienza in Serie C ma si è comportato molto bene, ha le giuste idee e a livello umano è davvero una grande persona. Allegri ha obiettivi diversi, non ha un gruppo di giovani ma grandi campioni: per me lui è il numero uno nella gestione. Nella situazione che si è creata la scorsa stagione è stato bravissimo a mantenere sempre alta la concentrazione, credo che fosse uno dei pochi - se non l'unico - a poter gestire tutto quello che è successo senza mai perdere la lucidità. Credo che in questo momento sia la persona giusta per la Juve.

- Quest'anno la Next Gen giocherà per la prima volta in un nuovo girone, il B, che include le squadre del centro Italia: si sentirà la differenza?
La Juve dà sempre del filo da torcere a tutti, se la può giocare. L'unico "gap" è rappresentato dalla poca esperienza dei giovani, che a volte crea qualche difficoltà. Il girone B è molto forte, sarà tosto e ci saranno da affrontare trasferte lunghe, ma i ragazzi non hanno problemi da questo punto di vista. Credo che la Next Gen potrà fare bene, può arrivare tranquillamente ai Playoff nelle prime 5-6 posizioni.

- E un tuo "pronostico" per la Prima Squadra?
Punterà sicuramente a vincere lo scudetto, può essere l'anno buono. I giovani? Giocatori come Yildiz e Huijsen non sono nemmeno più una sorpresa... Dalla Next Gen sono già esplosi in tanti, non per niente alcuni sono andati via (oltre a Sersanti, anche Compagnon e Sekulov sono saliti in Serie B rispettivamente con FeralpiSalò e Cremonese, ndr.). Ma del resto l'obiettivo è quello, farci fare esperienza e poi magari riportarci a casa ancora più forti, per un'opportunità in Prima Squadra o comunque tra Serie A e B. Il percorso è quello. 

- L'impressione avuta dalle prime amichevoli giocate con il Lecco è che mister Luciano Foschi stia provando a farti agire in una posizione leggermente più avanzata: qual è il tuo "vero" ruolo?
Sono sempre stato abituato ad adattarmi, ho fatto un po' tutti i ruoli: il difensore, l'attaccante, il centrocampista, l'esterno... Per me è un privilegio poter giocare dove mi viene chiesto, poi ora come ora preferisco fare la mezzala, mi piace buttarmi in avanti e poi tornare velocemente. Ma sento di essere davvero molto duttile.

- Quindi quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
La mia testa ora è tutta al Lecco, sono sicuro che faremo benissimo in Serie B. Abbiamo un grande gruppo, con la testa giusta, e dopo il caos di quest'estate partiremo bene per una grande stagione. Poi vedremo, sta tutto a me...

Si ringrazia Alessandro Sersanti e la Calcio Lecco per la disponibilità