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L'attore juventino Pietro Sermonti al canale Twitch ufficiale della Juventus:

LA VITTORIA A CAGLIARI - "Col Cagliari ho visto i ragazzi concentrati e arrabbiati, soprattutto Cristiano Ronaldo che è entrato nel modo giusto. Quando i telecronisti hanno cominciato al 35' a dire che il risultato era già deciso e che il Cagliari doveva solo evitare la goleada, lì ho avuto paura e ho cominciato a fare gesti scaramantici! A parte questo, a dispetto delle preoccupazioni sul centrocampo sono stato contento di vedere larghi Kulusevski e Chiesa. Il povero Dejan gioca spesso seconda punta che non è il suo ruolo. Ronaldo strepitoso, Morata con le polveri bagnate, con Chiellini si soffre poco nonostante Joao Pedro avesse una certa inclinazione ad andar per terra. Bernardeschi non è nella sua posizione, ma anche se non parlo quasi mai male dei giocatori, perché non è colpa loro, in effetti Frabotta è un giocatore leggermente diverso da Alex Sandro... Ronaldo? Non amo parlare degli episodi arbitrali, in ogni caso quest'anno non siamo certo in debito."

SCUDETTO - "Non ritengo possibile in alcun modo la rimonta sull'Inter, soprattutto da quando giocano solo una volta a settimana. Ma c'è qualcosa di perversamente buono nello scudetto dell'Inter: la fine di questa fuffa del bel gioco in cui i tifosi e gli stessi dirigenti juventini sono caduti quando hanno cacciato Allegri. Inoltre vinceranno lo scudetto in salotto, mentre ricordate l'invasione di campo a Trieste quando vincemmo il primo scudetto di Conte?"

GIOCHISMO E RESULTATISMO - "Basta aver giocato in Terza Categoria per sapere che giocare bene è più facile che vincere. A me interessa avere una squadra solida che non passa in svantaggio e quando segna non subisce gol appena dopo. La squadra di Conte sta dietro e la butta in avanti a Lukaku, facendo partire Hakimi, Barella e Lautaro. Tanto di cappello! Ho visto partite di una bruttezza monumentale, ma anche vincendole tutte non li vai a riprendere: col golletto le vincono tutte. Comunque non sono tipo da apprezzare le squadre che fanno tanto possesso palla, cosiddetto bel gioco, ma poi non vincono: io ho goduto quando abbiamo vinto partite toste come contro la Roma, contro il Napoli in Supercoppa, e quando non abbiamo fatto fare un tiro al super attacco dell'Inter in Coppa Italia."

VIVA MAX - "Io vorrei vincere tutti i campionati per i prossimi due secoli, ma non si può vincere sempre. Abbiamo cacciato un allenatore come Allegri dopo tutto quello che ha vinto, e che ha dato spessore europeo alla Juve dopo che Conte aveva detto che per le italiane era impossibile, e con il 14° fatturato in Europa, per prendere un Sarri che aveva giocato benissimo col Napoli ma contro la Juve e altre squadre non riusciva a tirare in porta. È stata una scelta ideologica, oltretutto un allenatore che si era costruito una figura da Che Guevara del calcio insultando la Juve".

IL VALORE DELLE VITTORIE - "Chiedo al popolo bianconero: se a dicembre fossimo usciti dalla Champions League senza riuscire a segnare allo Shakhtar in due partite, uscendo da tutte le competizioni, cosa sarebbe successo se poi avessimo vinto facile il campionato? Ecco, in una stagione difficile dove ci siamo giocati almeno delle chance di andare avanti in Champions e per un po' ho temuto di rimanere fuori dalle prime 4, se ora dovessimo per caso vincere o arrivare vicini allo scudetto e poi vincere la Coppa Italia, passeremmo un'estate migliore di quella che avremmo passato se avessimo vinto in scioltezza scudetto e Coppa Italia e poi perdere la Champions alla fine." 

EPISODI ARBITRALI - "La faccia che ho fatto quando ho visto De Roon entrare su Cuadrado o Borja Valero fare due falli in tre minuti, con l'arbitro che mette mano al taschino pensando fosse Abrabat per poi non estrarre il cartellino quando si è accorto che era Borja... Ma poi non ci hanno dato due rigori incredibili, e vorrei indire un convegno sulla seconda ammonizione di Cuadrado!"

IL GOL DI OSVALDO - "Vidi quella partita con un amico romanista, a quella rete gli esultato dentro casa per mezz'ora, mentre lui andava in giro a dire 'No, Osvardo no...'".

IL GOL DI PIRLO AL TORINO - "Era il secondo derby che vedevo in vita mia! Il primo era stato un'altra vittoria in extremis con Trezeguet. Ma che bella quella partita: eravamo in dieci, e l'azione partì da un recupero palla di Vidal, che adoro ancora e quest'anno era il nostro uomo a L'Avana nell'Inter. I nerazzurri hanno comprato due come lui e Kolarov, per far giocare il quale stavano perdendo il campionato. E hanno comprato a 40 milioni di euro più lauto stipendio Eriksen per fargli fare parecchia panchina. Quando loro sono usciti con lo Shakhtar ho mandato agli interisti la foto di Conte e Vidal".

L'USCITA DALLA CHAMPIONS - "Ormai la chiamo la Coppa Murphy: se qualcosa può andar male, lo fa: tra andata con pubblico a Lione e ritorno a Torino senza pubblico, poi i rigori non dati. Ma in questo modo ho scoperto che alla sconfitta ci metto un po' magari, ma alla fine sopravvivo".

JUVENTINO A ROMA - "Significa gioire spesso. A parte questo, sabato ero a pranzo con amici e sentir parlare ancora dello stadio nuovo a Roma è come sentire una vecchia zia... Tra l'altro c'è un dato: la Juve all'Olimpico ha vinto più trofei della Roma!".

IL GOL DI TEVEZ COL PARMA - "C'ero anche lì! Quando Carlitos parte e segna il 5-0 con quella cavalcata, il mio sangue argentino è uscito fuori: per me lui sta nell'Olimpo per come ha giocato, per la testa che aveva e come giocava coi compagni, con classe e cattiveria allo stesso tempo. Era un bad boy che alla Juve tenne una disciplina da parroco. Quelle caratteristiche mancano nella squadra allenata da Pirlo: ho la sensazione che la ricerca del possesso palla quest'anno smorzi la cazzimma della Juve, che si sveglia solo quando prende gli schiaffi e smette di pensare così tanto".

LA FINALE DI COPPA ITALIA COL MILAN - "Era l'ultima partita di Morata con la Juve, lo vidi che si scaldava dietro le porte prima di entrare in campo, continuava a correre avanti e indietro. Poi segna il gol decisivo ai tempi supplementari e continuava a correre, durante e dopo la partita".

LA CACCIATA DALLA TRIBUNA STAMPA - "Era un Juventus-Real 2-2 di Champions, io ero in tribuna stampa e seguivo l'azione correndo da una parte all'altra con la maglia della Juve urlando 'fuorigioco di m***a'. Mi ero messo pure a fischiare Ronaldo, all'epoca nel Real Madrid, però smisi quando capii che i fischi gli facevano bene. A fine primo tempo una signora venne a dirmi che gli addetti Uefa avevano chiesto chi fosse quell'energumeno, cioè io. Lei provò a dire che ero un artista, ma giustamente mi mandarono via".

LA MAGLIA DELLA JUVE - "Ancora ancora quella dell'anno scorso che sembrava il Palio di Siena, ma a quella di quest'anno mi sono proprio ribellato. Quella blu invece è bellissima, ma come prima maglia voglio quella a strisce strette bianche e nere".

LE WOMEN - "Mi sono appassionato anche a loro, guardo molte partite e ho le mie pupille".

IL CALCIO A PORTE CHIUSE - "A me manca organizzare il calendario a seconda delle partite della Juve da andare a vedere a Torino, quest'anno ero quasi preoccupato che si giocassero la Champions e io non potessi andare a vedere le partite. Mi manca quella sbornia, così a porte chiuse è tutto lontano... E bisogna fare i complimenti ai giocatori per l'educazione che riescono a tenere in campo ora che coi microfoni e senza pubblico si sente tutto: sono davvero dei professionisti con un gran controllo".

UN GIOCATORE DELLA JUVE DA INTERPRETARE - "Come educazione sentimentale direi un francese: Michel Platini mi ha insegnato a pensare. E da giovane sognavo si facesse una serie su Alessio Tacchinardi, perché gli somigliavo un po'".

LA CARRIERA DEL SERMONTI CALCIATORE - "Primi passi nella Lazio, poi 4 anni e mezzo nel Tor di Quinto, la terza squadra giovanile di Roma per importanza: ho giocato con Materazzi e con suo fratello centravanti, che in teoria era quello forte. Poi ho giocato pure nelle giovanili della Juventus, dove mi ammalai di pubalgia per amore di Platini che l'aveva avuta anche lui. Da lì non mi sono mai ripreso, perché per curare la pubalgia con lo yoga mi è venuta un'ernia enorme. Poi dopo la pubalgia ho avuto un collasso fisico. Comunque ero tecnico, una sorta di Ilicic destro delle categorie minori: un dribblomane che non la prendeva mai di testa".