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Domani ci sarà il sorteggio del calendario per la stagione di Serie A 2024/2025 ma intanto la Gazzetta dello Sport ha pubblicato i ricavi dei club provenienti dai diritti tv nella stagione 2023/2024. L'Inter ovviamente è la squadra che ha avuto maggiori introiti sfondando il muro dei 100 milioni. Non è la prima volta che un club supera questa cifra, c’era riuscita già la Juventus nel triennio 2015-18. Da qualche anno la Juve staziona sotto quota 90, sugli stessi livelli del Milan.
 

Diritti tv 2023/2024: quanto hanno incassato i club


L'Inter ha raggiunto 101 milioni dai diritti tv. Dietro ci sono Milan e Juventus. Ecco la "classifica" dei ricavi.
  • Inter - 101 milioni
  • Milan - 87.4 milioni
  • Juventus - 86.7 milioni
  • Roma - 71 milioni
  • Napoli - 67 milioni
  • Lazio - 67 milioni
  • Atalanta - 60 milioni
  • Fiorentina - 59 milioni
  • Bologna - 56 milioni
 

Diritti tv, come vengono dividi gli introiti 


Il meccanismo di distribuzione delle risorse audiovisive commercializzate dalla Lega, si legge,  prevede un mix di criteri che tiene conto di diversi aspetti. Dall’incasso complessivo vanno tolti, come sempre, il contributo ad Agcom, la mutualità verso le categorie inferiori e il movimento di base e il paracadute per le retrocesse. Nell’ultimo anno il totale delle risorse nette distribuibili ai 20 club è stato di quasi 1,1 miliardi. 


Per la prima volta, nel 2023-24 è stato implementato un nuovo criterio, quello dei minuti giocati dai giovani calciatori, varato nel 2019 ma mai applicato: pesa per l’1,1% per un totale di 12 milioni. Come scrive Gazzetta, il 50% viene diviso in parti uguali; 28% in funzione dei risultati sportivi, di cui il 14% in base alla classifica (11,2%) e ai punti (2,8%) dell’ultimo campionato, il 9,33% in base ai risultati degli ultimi 5 campionati e il restante 4,67% secondo i risultati storici a partire dalla stagione 1946-47 ; 22% in proporzione al cosiddetto “radicamento sociale”, rappresentato per il 12,54% dagli spettatori paganti dal vivo certificati Siae, per l’8,36% dall’audience media delle dirette tv e per l’1,1% dal minutaggio dei giovani.