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È la legge dei numeri, non si può vincere sempre. O meglio, non si può vincere sempre nel modo in cui è abituato Massimiliano Allegri, con un solo gol di vantaggio o di corto muso che dir si voglia, semplicemente perché non tutte le avversarie ti mettono nelle condizioni di farlo. E attenzione, non è solo un discorso di qualità tecniche, perché la "missione" era riuscita almeno in parte persino contro l'Inter, ma piuttosto di atteggiamento, di approccio mentale, quello che può fare tutta la differenza del mondo in certe partite che solo sulla carta hanno un finale scontato. La Juve lo ha provato sulla sua pelle a Marassi, contro un Genoa tutt'altro che intenzionato ad arrendersi dopo l'1-0 firmato da Federico Chiesa. 

La partita valida per la 16^ giornata di Serie A ha fatto ricomparire qualche fantasma di troppo di fronte alla squadra bianconera, rimasta impigliata nella ragnatela di quel solito non-gioco che, insieme all'aggravante della mancanza di cattiveria, si è trasformata in una vera e propria trappola. La sensazione, già affiorata in più occasioni ma ricacciata indietro dalla grossa "consolazione" delle vittorie, è che questa Juve sia come un aeroplano di carta, che può sì spiccare il volo ma rischia di perdere facilmente quota nel momento in cui sente mancare il vento a favore, una forza che finora l'Inter capolista è riuscita ad auto-alimentare a suon di gol e prestazioni, dei singoli e del collettivo.

In altri termini, non sempre gli episodi possono girare per il verso giusto. E quando non succede (e quando non ci vedono bene nemmeno gli arbitri...) si torna bruscamente sulla terra, a chiedersi se il sogno scudetto è davvero possibile. La strada è ancora lunga, ma quell'aeroplano di carta deve irrobustirsi con un po' di ferro. Perché la distanza dal cielo fa in fretta ad assottigliarsi...