LA CHIAVETTA USB - C’è una chiavetta nascosta in uno studio legale della Spezia che potrebbe cambiare la storia dell’inchiesta sul calcio scommesse, sulla quale ha dichiarato: “Dispongo che la chiavetta Usb allegata al presente testamento sia consegnata a cura dell’avvocato M.B. […] alla Procura della Repubblica di Torino per riferimenti al calcio scommesse”.
ESCE IL NOME DI BARELLA - "In uno si sente chiaramente la voce di Antonio e di Zaniolo che conversano, secondo mio nipote, con altri calciatori di seria A. Uno ha un accento che sembra portoghese… parlano chiaramente di scommesse fatte, di somme vinte e perse (57.000 euro, 30.000, 6.000), di importi consistenti. Su specifica domanda di Antonio i presenti rispondono menzionando i nomi di Lamela, Giasy, Barella, lo stesso Niccolò. Si sente Antonio dire: “State attenti, se vi beccano vi inc…” o qualcosa del genere. Mio nipote chiede anche: “Ma dove vi mettete a giocare? ”. E, non ricordo chi, risponde: “Nelle stanze”, senza specificare a quali stanze si riferisse”.
SITUAZIONE ZANIOLO - "Antonio mi ha detto che scommetteva per sé e per Nicolò e quando gli ho chiesto se l’amico fosse così stupido da puntare sulla Roma, mi ha mostrato una chat con Nicolò in cui lo stesso lo invitava a giocare su una partita di Coppa Italia dei giallorossi, non ricordo contro chi. Gli ha inviato gli estremi della scommessa e del sito e lo ha invitato a prelevare con il suo (di Zaniolo, ndr) bancomat il denaro contante. Per questo gli ha inviato anche il pin della carta. Mi ha detto che era finito in questa situazione perché oltre a scommettere, “avevano fatto il banco”, ma non mi ha mai detto se con quel plurale si riferisse anche a Nicolò. Ho cercato di capire chi fosse coinvolto e lui non mi ha fatto nomi, ma mi ha detto: “Zio, giocano tutti!””.