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La parte più difficile è probabilmente alle spalle. Dallo shock del primo contatto con le forze dell’ordine ad oggi, per Nicolò Fagioli il percorso giudiziale è quasi alle spalle. I suoi legali e il procuratore Chiné hanno trovato l’accordo per il patteggiamento ed è solo questione di definire la tempistica: “8 mesi di squalifica, a cui aggiungere almeno altri 5 mesi di pene accessorie – riporta Repubblica -, in cui il giocatore si metterà a disposizione per educare sui rischi del gioco nelle scuole, con i bambini, e nelle scuole calcio. Da definire solo la durata di questo periodo, che potrebbe incidere sulla squalifica effettiva, allungandola o riducendola di un mese.”.
 
Fagioli ha collaborato – senza fare nomi eccetto quello di Tonali che lo avrebbe aiutato nell’installare l’app sul cellulare -, e la sua collaborazione ha trovato riscontri. Restano, per il momento, in sospeso le posizioni dell’ex Milan e di Nicolò Zaniolo. Nel frattempo, la Procura di Torino non esclude nessuna ipotesi, come riporta Repubblica: “Ammonizioni sospette, pronostici azzeccati, puntate spropositate: c’è il sospetto che dietro alle scommesse sportive sui siti illegali ci possano essere state anche partite “truccate” tramite accordi tra calciatori sui cartellini da prendere. Vincite facili, insomma, per ripianare perdite ingenti e fagocitanti delle puntate precedenti. Mira adesso alla frode sportiva l’inchiesta della procura di Torino, che segue anche questa pista incrociando dati e risultati dei match con gli accertamenti in corso (…). Gli accertamenti si stanno allargando a quanti avevano ricevuto “l’invito” a iscriversi sulle piattaforme di gioco clandestine: non solo calciatori, ma in generale tesserati (ad esempio anche arbitri e dirigenti). Riscontri poi devono essere fatti sulle tipologie di scommesse fatte sia da Zaniolo che da Tonali”.