CASO IMMOBILE - L’attaccante a una settimana di distanza viene trovato due volte positivo da Synlab (il 26 ottobre e il 2 novembre), che lo ferma, mente nel mezzo gioca il secondo tempo della gara contro il Torino, segnando. Una decisione che seguirebbe il doppio tampone negativo del 30 e del 31 ottobre riscontrato dal laboratorio di Avellino di cui si serve la Lazio, forte anche del fatto che la positività emersa fosse “debole”. E lo stesso direttore sanitario del club, Ivo Pulcini, ieri ha chiesto: "Che senso ha “debolmente positivo”? Un laboratorio deve dare responsi chiari, positivo o negativo". Anche in questo senso, però, le indicazioni del Comitato tecnico scientifico sono chiare: non c’è distinzione tra debolmente positivo e positivo, se da un tampone molecolare emerge una positività, di qualsiasi livello, il paziente è positivo e va isolato per 10 giorni. "Per giocare, uscendo dunque dall’isolamento, Immobile avrebbe avuto bisogno di un validazione della propria negatività da parte dell’autorità sanitaria competente, che pare proprio non ci sia stata", si legge ancora sulla rosea.
E PER LA JUVE? - Tare si è detto fiducioso sulla presenza di Ciro Immobile per la gara contro la Juve, perché, a parere della Lazio, il tampone effettuato dal laboratorio di Avellino «è negativo», nonostante si tratti di un «debolmente positivo», che dunque andava per legge segnalato alla Asl da Lotito. La posizione dell’attaccante è dunque tutta da valutare: oggi un nuovo giro di tamponi per tutti i calciatori, mentre alla Lazio c’è ancora chi pensa di poter ripetere la procedura vista per il Torino. Ora però ha gli occhi di tutti addosso. Presidenti e Lega Calcio sono furiosi, credono che così possa andare in crisi l'intero sistema speciale impostato per il mondo del calcio.