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  • Questa è la Juventus di Scanavino: i numeri rispondono, il segnale è forte e duplice

    Questa è la Juventus di Scanavino: i numeri rispondono, il segnale è forte e duplice

    • Leonardo Dorini
      Leonardo Dorini
    La conferma di Maurizio Scanavino, liberato dagli altri impegni presso il Gruppo GEDI, come Amministratore Delegato a tempo pieno presso il Club della Continassa, ci porta a qualche riflessione sul significato presumibile di questa mossa e su quello che avverrà in futuro.

    Per una corretta interpretazione di quanto accaduto oggi, dobbiamo risalire a mio parere alla fine di novembre del 2022, quando l’intero CDA della Juventus dovette dimettersi per aprire un periodo di forte crisi e turbolenza causata dai diversi fronti aperti con la giustizia ordinaria e sportiva. In quel momento, la scelta di Scanavino e Ferrero avevo una forte componente di necessaria (e dolorosa) discontinuità: come spesso in questi casi, era necessario dare spazio a un nuovo management che fosse “garante” di un nuovo corso, della sistemazione “in bonis” delle vecchie partite e di un generale “appeasement” con le istituzioni sportive.

    I tifosi hanno spesso valutato, e ancora oggi avviene, con grande severità questa nuova governance, non ritenuta sufficientemente “juventina” e non in grado di scatenare quelle passioni e sensazioni di forte appartenenza che il tifoso legittimamente richiede al suo Club, il tutto anche in relazione a risultati sportivi oggettivamente non all’altezza. 



    Tuttavia, se valutiamo il nuovo corso con riferimento ai fronti extra-campo, quelli che avevano causato i noti “focolai di crisi”, allora la valutazione, a nostro avviso, deve essere positiva. Il nuovo gruppo dirigente ha infatti affrontato, delimitato e probabilmente minimizzato le pur rilevanti e dolorose perdite dovute alle due inchieste aperte dalla giustizia sportiva, ha iniziato un dialogo con CONSOB (che prosegue) sulle complesse dinamiche della corretta impostazione su varie operazioni “discusse” dal punto di vista dei principi contabili, impostato un sentiero di sostenibilità dei conti, che dovrebbe portare entro un paio di esercizi ad un risultato positivo a conto economico, e lavorato ad un generale “armistizio” con le istituzioni sportive, italiane ed europee, secondo una filosofia che definirei: “non puoi picconare la casa dove abiti”.

    Questa premessa era necessaria per tornare al punto da cui siamo partiti: a parere di chi scrive, la conferma di Scanavino e la sua piena dedizione alla Juventus F.C. S.p.A., è un segnale duplice: da un lato una sorta di “continuità della discontinuità” cioè dello spirito che aveva caratterizzato le azioni intraprese dalla fine del 2022, e, dall’altro, una sorta di “nuovo inizio” per la costruzione di una possibile nuova governance del futuro, che probabilmente potrà e dovrà avere nuovi innesti, ma che non potrà prescindere da un Amministratore Delegato forte che risponde al nome di Scanavino: non potranno più esserci “vuoti” in quella casella come avvenuto nel post-Marotta.

    E’ chiaro ora che lo sguardo del tifoso va sia al di sopra di Scanavino, con il desiderio di un Presidente “juventino” (Platini? Del Piero? Chiellini? chi può saperlo…) e al di sotto di Scanavino con un’area sportiva dove la posizione di Giuntoli è come minimo “sotto osservazione”, mentre la guida tecnica è un cantiere appena partito, dopo il licenziamento di Motta, l’arrivo di Tudor e l’incertezza su quale sarà l’allenatore del futuro.

    Anche questo sarà un “cantiere” che seguiremo con attenzione.
     

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