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Dodici gol fatti e sei subiti. Undici realizzati nelle prime cinque giornate, solo uno nelle ultime due. Sei gol concessi nelle prime cinque partite, zero nelle ultime due. Conoscendo Massimiliano Allegri, ci si poteva aspettare quanto successo  contro Lecce e Atalanta. Bastava ascoltare quanto detto post tracollo con il Sassuolo, in cui aveva parlato di gara "farfallina" e di un atteggiamento troppo leggero di testa. 

Ecco allora che la "nuova" Juve, quella molto aggressiva, con tanti movimenti, scambi di posizione e un baricentro piuttosto alto, torna ad essere la "sua" Juve, quella solida, equilibrata e con tanti uomini dietro la linea del pallone a complicare il gioco avversario.

Il risultato è che da una parte la squadra è uscita dalla debacle di Reggio Emilia con quattro punti in due partite, vincendo la partita che doveva vincere e pareggiando quella che "doveva" pareggiare, o forse, sarebbe meglio dire "non perdere" visto l'andamento e l'atteggiamento dei bianconeri. Dall'altra parte però, si è fatto un passo all'indietro e si è tornati a quanto visto nelle ultime due stagioni. Sono tornate anche le "insicurezze" dei giocatori quando hanno la palla tra i piedi, più concentrati a non sbagliare e a fare il passaggio più semplice che a provare a rendersi pericolosi. 

Non che Allegri chieda sempre di fare il passaggio all'indietro fino a tornare a Szczesny, come spesso avvenuto a Bergamo. Ma tutto ciò è una conseguenza di quanto successo contro il Sassuolo, in campo, con i clamorosi errori in sequenza, e nel post partita, con le parole del tecnico che voleva una squadra meno "leggera di testa". Un'affermazione che al momento i giocatori interpretano così. Forse per volontà, più probabilmente per incapacità di essere il giusto mix tra la "nuova" Juve, quella sparita negli ultimi 180 minuti, e la "vecchia" Juve. 

Allegri ha ritrovato le sue certezze, la squadra l'ha perse di nuovo. Se il cambiamento è stato solo "momentaneo" post crollo contro il Sassuolo può essere compreso, se la strada sarà questa anche da qui in avanti invece, sarà difficile poter pensare in grande.