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Eh, si è incazzato. Giustamente o ingiustamente, chissà. Però ha dato un'immagine chiara, Maurizio Sarri, di com'è e di come, tutto quello che gli era attorno e che sempre gli sarà attorno, a lui non frega niente. Ma niente di niente, non che guarda con la coda dell'occhio o ascolta i fili di voce. No, Sarri è così. Si arrabbia con un suo giocatore se non lo sta a sentire; prende e se ne va se in quel momento l'orgoglio prevale - e magari, la voglia di fumare oltrepassa l'ultimo azzanno fedele al filtro che gli rimane. In tanti, sul web, alla vista di questo spettacolo di realtà, hanno dato manifestazione d'indignazione. Come a dire: uno così, rozzo e senza stile, alla Juve non ce lo vogliamo. Abbiamo una cattiva notizia per loro: pure Allegri s'incazzava parecchio con i suoi, e lo insegna la storia recente. Solo che non aveva una telecamera davanti.

EPISODIO TRISTE - C'è da dire che resta un episodio triste, che dimostra come le grandi storie non reggono mai se vengono a mancare solide basi. Sarri in Inghilterra, per tanti, era un fallimento annunciato: questa sera intanto si gioca una finale di Europa League, il tutto dopo aver trascinato i suoi Blues al terzo posto, dietro solo ai due guru del calcio moderno. Mica poco. No, è tantissimo. E' tantissimo e il fatto che sia tantissimo va ripetuto mille volte, come le poesie delle elementari che sennò non ti entrano in testa. Ah, ne abbiamo pure un'altra: Sarri arriva alla Juve - se arriva - non per lo stile, ma per dare un gioco. Nell'ultimo periodo è mancato, nessuno se ne dimentichi. Che tra fantini, nuovi look e sindrome dell'abbandono, qualcuno ha già riposto in un cassetto tutto quello che questa squadra non è riuscita a dare.