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"A proposito di gioco e/o giocatori. Se dovesse arrivare Conte via Calvo o Motta via Giuntoli, non risulta che dal mercato estivo arriverebbero tre nuovi acquisti chiamati "Mentalità", "Atteggiamento" e "Proposta di Gioco". Magari ci saranno Zirkzee e Calafiori e un regista, o anche tutti e tre. Cioè giocatori. Che poi fanno - o almeno contribuiscono a fare - un gioco più gradevole. Più raffinato per chi entra allo Stadium a degustare moduli e centellinare perle di tattica". È un estratto del lungo editoriale sulle colonne di Tuttosport di Sandro Sabatini, che prende le difese di Massimiliano Allegri messo sulla graticola - con i suoi pupilli, Mattia De Sciglio e Alex Sandro in primis - da una parte di tifosi bianconeri (o pseudo-tali, secondo il suo ragionamento).

"Forse domenica la sfida con la Fiorentina, storica antagonista da Baggio a Vlahovic, provocherà una presa di coscienza almeno accennata. Una squadra, qualsiasi squadra, va sostenuta dai tifosi. Semplice. Vale per la Juventus oggi, come per il Milan ieri e l'Inter l'altroieri. Specificare che il tifoso paga il biglietto e perciò ha il diritto di protestare quanto vuole è una verità storica che non va banalizzata, per giustificarla" prosegue Sabatini. "Ed anche a costo di incorrere nelle rimostranze di quelli che - oltre che calciofili - si autoproclamano paladini di qualsiasi libertà da stadio, il tifoso ha il diritto di fischiare, ma soprattutto il dovere di tifare. Per la squadra, qualsiasi squadra. A prescindere dall'allenatore, qualsiasi allenatore. Poi la storia segnala che mai, nei cento e passa anni della Juventus, ci sia stato un capro espiatorio come l'attuale inquilino della panchina. La riconoscenza, bisogna ammetterlo, è passata di moda. Il riconoscimento delle competenze tecniche non è mai stato di moda. E gli scudetti di un periodo comunque recentissimo possono pure diventare rimpianto anziché memoria, nostalgia canaglia anziché medaglia. Ma sembra fuorviante e ingiusto ricondurre tutto ad un allenatore, che sia Allegri o Trapattoni o Lippi oppure DelNeri o Zaccheroni o Ranieri. Eppure, travisando lo slogan del compianto Renatino Rascel, "Allegri non si discute, si odia". Ma non è giusto. Punto".   

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