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Walter Sabatini si sente "defraudato". Dice, oggi sul Corriere dello Sport, che quella Juve del 2017, quella da 91 punti, da 29 vittorie su 38 partite, in realtà ha vinto gonfiando tutto e soprattutto il petto. 

Naturalmente (scherziamo, sia chiaro), Sabatini avrà letto tutte le carte, valutato attentamente la situazione. Si sarà informato su ogni aspetto dell'Inchiesta e fornito una sua personalissima sentenza: tra mille imbrogli, naturalmente presunti, il suo è il più grave di tutti. Perché la Juve ruba e l'alibi è sempre più facile. 

Ha ragione lui, comunque: una Roma da 87 punti non si può dimenticare. Si può invece sbraitare, accusare, inveire contro un gruppo arrivato fino in finale di Champions, a un passo da un triplete storico, in grado di tenere un ritmo sensazionale. Tutto buttato via, per Sabatini: lo dicono le carte. E guai a chiedergli 'quali carte', potrebbe arrabbiarsi e andare via, come capitato più volte davanti alle telecamere nell'ultimo periodo della sua carriera sportiva (prima di quest'ultima, evidentemente da super opinionista). Come capitato anche con Iervolino, presidente dei campani, gettando nel mare di Salerno un piccolo capolavoro. 

Ma cosa bisogna dire, a Sabatini? Si è soltanto lasciato trascinare da questo mare fattosi sentimento popolare, che vorrebbe sovvertire un destino troppo ingombrante per essere vero. Che vorrebbe tanto un segno, un riconoscimento, un apprezzamento per la vita spesa nella costruzione di squadre forti, a tratti fortissime, ma comunque meno forti di quella Juventus. Naturalmente, l'odio è una conseguenza. Pure giusta. Persino sacrosanta. Ma non può mistificare la realtà. 

Leggi i commenti dei tifosi nella gallery dedicata.


Giusto così, facendo una rapida ricerca, perché dovrebbe essere in discussione lo scudetto del 2017? Non lo dice nessun'inchiesta. Non lo dice nessun procuratore. Non lo afferma nessuna carta, figuriamoci le sentenze affrettate

Forza, Sabatini: non getti nel mare di Salerno, o solo in quello dei suoi pianti, anche il grande ricordo del professionista che è.