PIRLO O PJANIC - «Balla tra i due. Nel senso che Leandro ha qualcosa dell’uno e qualcosa dell’altro. Come personalità è più avvicinabile a Pirlo. Mentre a livello di sensibilità tecnica ricorda più Pjanic, di cui è stato anche compagno a Roma. Paredes, negli anni a Trigoria, era giovane e giocava poco, però era molto rispettato all’interno dello spogliatoio. Un po’ perché il suo talento era riconosciuto da tutti e poi già allora era un ragazzo serio, distinto, elegante».
LA TECNICA - «Leandro ha una capacità balistica eccezionale e teneva testa a due specialisti come Francesco e Miralem. E infatti ancora adesso mi fa arrabbiare! Perché? Perché Paredes, per il destro che possiede, dovrebbe segnare dieci gol a campionato da fuori area, con palla in movimento».
L'ARRIVO - «Quando ti alleni tutti i giorni con dei campioni come quelli del Paris Saint Germain migliori per forza e sotto tutti i punti di vista. Leandro è un giocatore molto più maturo, di spessore internazionale. È un grande rinforzo per la Juventus. Però... Sono sincero: contro la Fiorentina ho visto un Paredes al 40 per cento del suo potenziale. Ed è anche normale che sia così, Leandro era arrivato alla Juventus due giorni prima».
DI MARIA - «Io vicino a prenderlo? No. E per questo non lo considero un rimpianto, anche perché non è che si possono comprare tutti i giocatori. Però, rivisitando le mie storie argentine di questi anni, mi deprime non essermi mai avvicinato a un talento simile. Il Fideo ha 34 anni, ma è ancora un campione formidabile».
ALLEGRI - «Che la gente dovrebbe smettere di rompergli le scatole... Allegri ha un senso pratico superiore alla media. Lui i problemi li risolve. E sarà così anche stavolta. Max è stato sfortunato, in un colpo solo ha perso Chiesa e Pogba. E non ha ancora potuto sfruttare al massimo Di Maria. Quando avrà recuperato questi tre, vedrete che sarà una Juventus più forte di quella della passata stagione».