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Nonostante abbia rappresentato - nelle tre stagioni in maglia interista - un avversario tosto e nonostante il suo Bayern Monaco abbia eliminato i bianconeri dalla Champions League due volte nelle ultime quattro stagioni, Karl-Heinz Rummenigge dimostra di nutrire una sincera stima per la Juventus. Il presidente del Cda del club bavarese lo ha ammesso ancora una volta in un'intervista al Corriere dello Sport. "Negli ultimi tre anni le squadre spagnole hanno vinto la Champions League. Credo che quest'anno sarà la coppa più dura da vincere di tutti i tempi, perché tutte le squadre qualificate ai quarti di finale sono in grado di vincerla, forse a parte il Leicester" spiega Kalle: "Adesso difficilmente si può dire chi è la grande favorita. La Juve è una squadra molto forte, quindi non sono convinto che passerà il Barcellona".

SU DYBALA - "Ci sono parecchi giocatori bravi nelle diverse società. Penso a uno come Dybala che gioca nella Juve, o altri. Ce ne sono tanti adesso. Il problema è che nessun giocatore bravo viene venduto. O si spara un prezzo fuori dal normale, o non viene venduto. Quindi giocatori bravi oggi né da noi, né nella Juve, né nel Real Madrid, né nel Barcellona vengono venduti anche se le offerte sono grandi. Questa è la grande differenza tra oggi e quando giocavo io a pallone, lì c'era sempre un prezzo raggiungibile".

ANCELOTTI - "E' diventato un mio amico. Perché mi piace il suo modo di gestire la squadra, ma mi piace anche il suo modo di vivere la vita privata. E' sempre tranquillo, anche quando la squadra non ha giocato bene, non ha fatto un risultato buono, Carlo rimane tranquillo e questo mi piace perché è anche un po' il modo mio di intendere il calcio e non solo. Bisogna avere pazienza nella vita. E lui avrà pazienza sempre".

CALCIO MONDIALE - "Da qualche tempo secondo me la FIFA è sulla via sbagliata. Perché si occupa troppo delle politiche e delle finanze e troppo poco del calcio giocato. Ed è un errore anche l'ultima mossa, quella di aumentare da 32 a 48 squadre le squadre partecipanti ai Mondiali. Secondo me è una decisione ispirata al principio, oggi dominante, della quantità. Io sono grande sostenitore della qualità, invece. Abbiamo attualmente un formato che credo vada bene a tutti: ora viene cambiato perché c'era la richiesta dagli africani, dagli asiatici di farlo. Secondo me la Fifa dovrebbe occuparsi molto di più del calcio anziché di strategie di potere. Secondo la mia esperienza quando il prodotto va bene il resto, le finanze, il marketing, vengono automaticamente".