Lo scambio annunciato ricorda, però, quello del 2002 fra Davids alla Roma e De Rossi più Aquilani alla Juve. Non andò in porto perché Moggi chiese un esoso conguaglio di 15 milioni. Moggi, che di calcio se ne intendeva, definì il fatto come uno "dei suoi grandi errori, insieme a quello di non aver preso un tale Cristiano Ronaldo dallo Sporting di Lisbona". Lo scambio, se si fosse realizzato, avrebbe cambiato non di poco la storia delle due squadre. Pensiamo soprattutto a De Rossi e forse anche all’Aquilani di allora. Come Riccardi e Bouah, le antiche promesse della Roma non avevano esordito in serie A, ma erano già accreditate di enorme talento.
Un po’ come accade, oggi, per Riccardi, un diciottenne considerato d’una spanna superiore, nel ruolo di trequartista, a tutti i suoi coetanei e pubblicamente elogiato da Mancini. Il film, nella sostanza, è lo stesso. Cambiano i nomi e il fatto che Davids, allora, fosse ormai “bollito”. La Juve risolverebbe un problema di esubero e investirebbe per il futuro, con rischio calcolato; la Roma avrebbe finalmente il centrale di cui ha assoluto bisogno. Nell’ era dei social, che non c’erano ai tempi di De Rossi, i tifosi giallorossi implorano Riccardi di restare. Bouah non verrebbe inserito nello scambio e al suo posto sarebbe stato proposto Celar. Si discute anche sulla cifra da dare in conguaglio alla Juve (sui 20 milioni).
Certo, le analogie con l’affaire Davids-De Rossi sono tante. Comunque vada, c’è da dire che di promesse mancate è lastricata la storia del calcio, ma se fosse una promessa mantenuta: allora...