Ronaldo tra le colline del Monferrato, a cercare tartufi con la fidanzata. Nelle stesse ore i suoi compagni a correre al sole di Lecce, senza riuscire ad avere la meglio della tignosa squadra di Liverani. La sua assenza si è fatta sentire, la squadra ha faticato a finalizzare le non poche occasioni da rete create. Sarri in conferenza stampa l’ha giustificata così: “Si sentiva stanco soprattutto mentalmente, portarlo qui non gli avrebbe consentito di recuperare energie nervose. Quando un giocatore manifesta la sua stanchezza, allora è giusto farlo riposare. Dovevamo andare oltre, concretizzando le dieci palle gol che abbiamo prodotto”. Provato, fisicamente e mentalmente.
Doveva ricaricare le pile CR7. Per questo ha lasciato che la squadra andasse senza di lui a Lecce. Una decisione che non ha sollevato polemiche di alcun tipo, neanche tra i tifosi, pronti anzi a fiondarsi (chi della zona) nelle Langhe sperando di incrociare il fuoriclasse e strappargli un selfie ricordo. Una prova, l’ennesima, che Cristiano, per meriti, per quanto fatto in una mirabolante carriera, e anche per via di un’anagrafe non più dolce, ha la libertà di scegliere quali e quante partite giocare, se saltare o meno una sfida, se evitare di imbarcarsi in trasferte lunghe e pesanti. Sarri ha accettato il compromesso. I tifosi anche. Ma fosse stato un altro giocatore, seppur di alto livello come tutti nella rosa bianconera? Le reazioni sarebbero state le stesse? Difficile pensarlo. Ronaldo può tutto, non tutti sono Ronaldo.
