POCO VISIBILE - Anche da qui si capisce la grandezza - interiore, ma non solo - della vittoria bianconera. Che pure aveva tutti i tranelli giusti per crollare: un vuoto di classifica, un momento complicato. Una vigilia contagiosa di alibi spazzati via dalla prestazione corale e da quel pezzettino di dna che Pirlo non ha smarrito, anzi ha probabilmente dissotterrato: l'atteggiamento giusto nei momenti critici. In una squadra che sembra costantemente smembrarsi, è stato l'unico appiglio dei tifosi e dell'ambiente: sapere che, in fondo, i tradimenti di questa squadra sono sempre stati fugaci, fragilità di istanti, più o meno pesanti ma pur sempre veloci. Tutto il resto, nelle salite e discese stagionali, è stato fondamentalmente Ronaldo. Lo stesso Ronaldo che a San Siro è stato un po' di tocchi e un assaggio di pericolosità. Lo stesso Ronaldo che ha già 14 gol in campionato e percentuali di importanza alle volte troppo alte. Lo stesso Ronaldo che stasera, più di tutti, ha mal digerito l'assenza forzata di Morata. Nelle palese mancanze di profondità della squadra, CR7 non ha ancora messo del suo: con l'Udinese hanno compensato le mezzali, un McKennie costante e un Ramsey con un'altra gamba rispetto a stasera; con il Milan c'era bisogno di qualcosa in più, più impersonale per lui però più funzionale per la squadra.
NODO TATTICO - Analizzando la prestazione più a fondo, senza un punto di riferimento centrale di riserva - e il mercato della Juve supporta la tesi -. CR7 è un'isola infelice con costante raddoppio. Con due o tre dribbling nell'arsenale, potenziale importantissimo dalla distanza. Però perde buona parte del suo fascino distruttore. Del guizzo del fuoriclasse, che finisce senza nessun supporto per innescarlo. Di fatto, trattato come il primo dei fuoriclasse dagli avversari e non dalla sua stessa squadra. Ne ha bisogno Cristiano, ne ha bisogno della Juve, ne ha bisogno Pirlo. Ne ha bisogno il gioco di questa squadra. Che macina gioco, sa tenere palla (percentuali di possesso più alte del campionato), ha imparato a dare continuità all'idea offensiva. Che in fondo si perde per un cavillo di mercato, e cioè di fondi. Per un buco di rosa. E' un peccato. Soprattutto se poi si è costretti a guardare un Ronaldo così.