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Da una parte Messi, dall'altra Ronaldo. Sfida eterna. Ieri faccia a faccia, oggi a distanza. Uno a Barcellona, l'altro a Torino. Ancora decisivi, tutti e due. Diversa però è la gestione dei due fenomeni. Koeman e Pirlo, filosofie e idee diverse su come e quando schierare due dei giocatori più decisivi in circolazione.

IL GRANDE ASSENTE - Sabato scorso Cristiano era a casa, a Torino, mentre la Juventus è stata fermata sull'1-1 dal Benevento. Motivo? Un turno di riposo concordato con l'allenatore e lo staff, in vista dei prossimi impegni. Chissà come sarebbe andata se il portoghese fosse andato almeno in panchina, pronto a entrare nella ripresa se necessario (sì, lo era). Domani invece partirà dal primo minuto, in Champions contro la Dinamo Kiev, in una partita dove il risultato conta fino a un certo punto perché la Juve è già agli ottavi.

LE DIFFERENZE - Discorso opposto per Leo Messi, che Koeman ha schierato in campionato e farà riposare nella partita di domani contro il Ferencvaros. Anche il Barcellona è già agli ottavi di Champions - stesso girone della Juve - e per questo l'allenatore ha deciso di risparmiare Leo sapendo che sarebbe stato più utile nella gara di Liga contro l'Osasuna. Ventiquattr'ore dopo il pareggio della Juve - senza Ronaldo - Messi scende in campo con la fascia al braccio e segna il gol del definitivo 4-0 con tanto di dedica a Diego Armando Maradona. E domani si riposerà, soddisfatto per i tre punti conquistati. Cristiano invece scenderà in campo, in una partita che serve a poco. Non era meglio gestire diversamente il turnover?