IO PUGILE - "Non credo che avrei potuto fare il pugile, è dura. Devi nascere per questo, con quel dono. Penso di essere nato per essere un calciatore professionista, pensavo di avere quel dono sin dall’inizio e mi sono detto: 'Coglierò questa opportunità'. La boxe è un po’ più difficile perché sei solo quando gareggi. Lavori in palestra, hai la tua squadra, ma loro poi non giocano con te, si allenano solo con te. Nel nostro caso è diverso, è più divertente perché ci alleniamo, ridiamo, è un tipo diverso di sacrificio".
BOXE - "Quando ero al Manchester United un allenatore faceva boxe con me. Penso che praticare la boxe faccia bene al calcio perché acuisce i tuoi sensi e impari a muoverti".
PASSATO - "Sono nato sull’isola di Madeira e all’età di 11 anni lo Sporting è andato a parlare con i miei genitori. Hanno detto che erano interessati a me, ma che dovevo trasferirmi a Lisbona. Lasciare la mia famiglia è la cosa più difficile che abbia mai fatto in vita mia. I miei momenti più difficili sono stati quando mi sono trasferito a Lisbona e quando ho perso mio padre".
EMOZIONI - "Penso che sia bello avere emozioni, non nascondo chi sono. La gente dice che gli uomini non piangono, ma chi ha detto che gli uomini non piangono? Tutti abbiamo sentimenti ed emozioni e dobbiamo esprimerli".
SACRIFICI - "Ho fatto sacrifici per essere il migliore al mondo, ma la cosa più importante per me è essere una brava persona".
INFANZIA DIFFICILE - "Siamo cresciuti entrambi in ambienti e culture diverse. È stata dura perché proveniamo da famiglie umili, non eravamo ricchi, quindi devi lottare per la tua vita. Le circostanze in cui cresci induriscono il tuo carattere. e la tua personalità".
LENTO MA... - "L'estate scorsa ne ho parlato a Dubai con Anthony Joshua. A 33 anni inizi a pensare di calare. Voglio continuare nello sport, nel calcio. La gente mi guarderà e dirà: "Cristiano è stato un giocatore incredibile ma ora è lento". Non lo voglio. Puoi prenderti molto cura del tuo corpo, ma non è questo il problema. Dipende dalla tua testa, dalla tua motivazione ed esperienza, che secondo me è la cosa più complicata, nello sport si può maturare. Guarda Federer nel tennis, ha 37 o 38 anni ed è ancora al top, e nel pugilato ce ne sono un bel po'”.
IL MIGLIORE - "Mi sono sacrificato per essere il migliore del mondo, ma la cosa più importante per me è essere una brava persona".