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Il passaggio di Cristiano Ronaldo alla Juventus, nel 2003, era un'ipotesi assolutamente concreta. A confermarlo è Alessandro Moggi, figlio dell'ex dg bianconero Luciano, che racconta a Tuttosport i retroscena di quell'estate di quattordici anni fa. Protagonista un giovane agente portoghese che sarebbe diventato tra i più influenti a livello internazionale, Jorge Mendes, il quale chiese ospitalità all'ufficio romano della Gea,  società di procuratori che vedeva in Moggi Jr. uno dei soci fondatori.

CR7 ALLA JUVE - "Lo offrimmo al Parma di Tanzi e alla Lazio di Cragnotti, ma in entrambi i casi fu snobbato", spiega Moggi: "Il talento era indiscutibile, ma era troppo giovane, evidentemente non si fidavano. Chissà oggi che rimpianti... La Juventus invece lo vuole: non ha dubbi. E i dirigenti bianconeri ci spediscono a Lisbona, insieme a Mendes, per chiudere in tempi brevi la trattativa con lo Sporting. L'idea era quella di organizzare lo scambio con Marcelo Salas di cui volevano disfarsi. Dico la verità: io ero scettico sulla possibilità di convincere il cileno, perché il calcio portoghese non era allettante neppure all'epoca. A volte la palla va in buca, quella volta no. Avevo in mano il contratto di Cristiano Ronaldo, che era felicissimo di andare alla Juve, anche perché in quel momento era il massimo. Ci ho pensato milioni di volte a quei due giorni a Lisbona. Poteva cambiare la storia del calcio europeo con il passaggio di Cristiano alla Juve. E da come me lo descrivono, serio e fedele, sono quasi sicuro che oggi sarebbe ancora in bianconero. Ma questo non è il mio più grande rimpianto, perché in quegli anni ero andato a un passo da portare alla Juve Ronaldinho. Anche in quel caso sfumò tutto per un soffio".