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Premessa, iniziale e doverosa: la critica non coinvolge la carriera di Ronaldo, e probabilmente nemmeno l'intera stagione. Ecco, ora che abbiamo riparato ai sicuri "ma come si fa a criticare Ronaldo?" si può tornare all'attualità. Un presente che racconta di un Cristiano Ronaldo mai così in difficoltà, mai così poco presente nel tabellino dei marcatori e soprattutto nel termometro della partita. Non si vede e quando si vede è poca cosa. In due parole: un problema. Grande. Perché se il giocatore migliore nelle marcature (25 in 29) di Serie A si spegne, la Juve rischia. Il percorso Champions League è una corsa ad ostacoli, con la Juve che finisce anche per mettersi i bastoni tra le ruote da sola. E la sentenza è chiara: Ronaldo non segna più e molto spesso è il peggiore in campo. 

LA SITUAZIONE - Colpa solo sua? No, ovviamente. Ma è l'immagine delle difficoltà. Anche e soprattutto perché il suo status impone prestazioni diverse, aldilà dei gol, richiede partecipazione e presenza, richiede incisività. Ronaldo deve decidere tutte le partite, o quasi. Lo dice il contratto, lo dice la sua storia e pure il fatto che sia l'unico a non uscire mai dal campo, l'unico con bonus infiniti. Se Dybala stecca, esce. Se Ronaldo stecca, resta in campo. E anche quando sorge il minimo dubbio viene risolto immediatamente, così Dybala lascia il campo dopo appena 45' e il portoghese ne fa 90', anonimi e con un gol sbagliato non da lui. Non è nemmeno il primo nelle ultime settimane. Due mesi difficili, difficilissimi, che solo lui può far svoltare, perché se intoccabile deve essere, deve avere un altro rendimento. Per sé e per una Juve che davvero rischia la Champions League. Altrimenti non può ritenersi tale, status e storia a parte, che in questo momento non scendono in campo con lui.