Bologna-Juventus: la serata di Calafiori
Ciò che ha più stupito di Calafiori - non che fosse un segreto, per chi lo ha seguito nel corso di tutta la stagione al Bologna - è la sua straordinaria capacità di occupare tutto il campo, di non dare punti di riferimento agli avversari e di farsi trovare pronto in attacco come in difesa, svariando da una parte all'altra del terreno di gioco senza soluzione di continuità e con una nonchalance impressionante. Un giocatore totale, in sintesi. Merito, evidentemente, anche di Thiago Motta, perché in tutta onestà sarebbe difficile vedere un giocatore fare questo tipo di lavoro e di movimenti con un allenatore dalla filosofia diversa, simile per esempio a quella di Massimiliano Allegri, più legata a posizioni e schemi tattici.
È stata la notte della consacrazione per Calafiori, che ora ha tutti ai suoi piedi. A partire dal popolo rossoblù, che al momento dell'uscita dal campo lo ha ricoperto di affetto tributandogli una standing ovation, mentre dalla panchina si alzavano tutti per abbracciarlo, quasi a volerlo trattenere lì anche fisicamente, a dirgli che anche dalla piccola Bologna si può spiccare il volo. Riccardo, in realtà, sta già toccando il cielo con un dito, mentre a Torino si chiedono se il suo prossimo firmamento sarà quello a tinte bianconere. Lì sarebbe sicuramente una delle stelle più brillanti, una di quelle che forse non spuntano dalle nuvole da troppo tempo.
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