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Antonio Conte non si è dato pace per il rigore concesso all'Inter nella sfida di San Siro contro il suo Napoli. "Cosa sarebbe successo se il tiro dal dischetto di Çalhanoglu  fosse finito in fondo alla rete, invece che sulla base del palo? E perché un episodio così borderline si è verificato proprio nella sfida al vertice contro l’Inter di Beppe Marotta, il formidabile mentore del suo ciclo d’oro alla Juve?" questi, scrive Repubblica, sono i retropensieri che hanno riempito di inquietudine il day after del tecnico. 
 

La strategia di Conte dietro le sue parole 


In realtà però non c'è solo l'ultimo episodio dietro la sfuriata di Conte nel post partita. "La controversa decisione presa dall’arbitro Mariani è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché nel quartier generale di Castel Volturno l’ex ct della Nazionale aveva già drizzato in silenzio le antenne da alcune settimane, fiutando evidentemente qualche segnale a lui sgradito", si legge. L’esplosione di Conte a San Siro non è stata dunque estemporanea e ha fatto solo divampare strategicamente l’incendio.

Conte, a proposito di messaggi e frecciatine, parlava così poco tempo fa: "A vincere gli scudetti sono il valore patrimoniale della rosa e il monte-ingaggi, ma spesso anche la storia del club...". Forse fischieranno a Milano le orecchie di Marotta, perché, aggiunge Repubblica,  è proprio la sua Inter,  almeno per adesso, la principale insidia per la capolista nella lotta al vertice della classifica. La sfida in campo a San Siro si è appena conclusa in parità e al fischio finale il tecnico leccese ne ha fatta subito cominciare un’altra, alzando strategicamente la tensione e l’attenzione pure all’esterno del terreno di gioco.