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Il momento 'no' di Federico Chiesa è sotto gli occhi di tutti. Sarebbe sbagliato però guardare solo alle ultime partite e non al quadro generale. Il classe 1997 non ha ancora un ruolo preciso, una dimensione definita, un valore certo. L’infortunio del 9 gennaio 2022 gli ha spezzato a metà una carriera che però già prima, scrive Repubblica, stentava a decollare e procedeva tra alti e bassi, tra il campo e la panchina, tra una posizione in campo e l’altra.
 

Juventus, il rapporto tra Federico Chiesa e Allegri 


Sullo sfondo di tutto questo cala l'ombra lunga del rapporto con Allegri, che non è mai decollato. Anche prima dell'infortunio, si legge, Max aveva delle perplessità tecniche su Chiesa, per altro giustificate dalle prestazioni del giocatore e dalla sia irresolutezza: pure prima di farsi male non era chiaro quale fosse davvero il suo ruolo e anche in quell'europeo fu un po' titolare e un po' no. In una squadra di club serve però una continuità che non ha mai avuto e ognuno potrà scegliere se la colpa è di Allegri che non lo valorizza al meglio o di Chiesa che non mantiene le aspettative. Di sicuro la fiducia reciproca non è mai decollata mentre per esempio con Vlahovic è andata diversamente. 
 

Chiesa e la questione tattica


Per il futuro quindi, oltre alle questioni riguardante il rinnovo, molto dipenderà dalla conferma o meno dell'allenatore, dal modulo che si deciderà di adottare nella prossima stagione. Con il 3-5-2, Chiesa ci incastra poco, anche se Allegri lo considera una punta a tutti gli effetti come ha spesso ricordato.  Dopo un grande inizio, per Chiesa è cominciata un’alternanza tra campo e infermeria che lo ha sostanzialmente trattenuto in un limbo, mentre nel frattempo l’affermazione di Yildiz gli ha messo in casa un concorrente che non credeva di avere. Tra dicembre e gennaio, con il giovane turco titolare, la Juventus ha giocato le sue partite migliori, anche da un punto di vista meramente estetico.