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Lunga intervista di Repubblica ad Aleksander Ceferin, presidente della Uefa dal 2016. Dopo le dimissioni e le accuse di Boban, membro del consiglio Uefa, Ceferin ha voluto rispondere così: "Lui non merita il mio commento. Chi conosce lui e me arriverà naturalmente alle proprie conclusioni. Il Congresso, e non un singolo individuo, detiene l’autorità per determinare l’adeguatezza di qualsiasi cambiamento. Confidiamo nel nostro processo decisionale collettivo e democratico, per guidarci efficacemente verso il futuro”.


PERIODO 'TERRBILE' - "È terribile, sono maledettamente stanco dei problemi: il Covid, due guerre, la Superlega, i guai finanziari dei club. Viviamo tempi pazzi. Ora spero in due-tre anni di pace e calma, di unità tra club, Nazionali, Federazioni, Uefa e Fifa. Il caposaldo è il modello calcistico europeo, con pari diritti per ogni club. Abbiamo appena incontrato qui alcuni club della Premier League: vogliono mutuare il modello del nostro nuovo fair-play finanziario, che verrà pienamente implementato nella prossima stagione”.

SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA CONTRO LA UEFA? - "Nient’affatto. Ripeto che il press officer ha confezionato un comunicato diverso dalle parole della sentenza: un pacco ben infiocchettato per i nostri oppositori, ma dentro non c’era nulla. La Superlega è contro ogni logica del calcio. E se nessuno la vuole, nessuno la fa”.

SUL PROGETTO SUPERLEGA - “Un completo nonsenso. Per il Ceo di A2, come io chiamo una sigla che rappresenta solo 2 club, prendo in prestito la definizione dal presidente della Liga spagnola, Javier Tebas: è un David Copperfield, un illusionista delle parole. Io potrei anche dire che ho firmato per giocare nell’Inter o nel Milan, ma le cose sono vere solo quando accadono”.

QUALCUNO SEGUIRA' BARCELLONA E REAL? - “Non penso: la stabilità dei club è garantita dalle competizioni Uefa. Il giorno dopo la sentenza della Corte il 100% dei club tedeschi, inglesi e francesi, il 90% degli spagnoli, anzi tutti tranne 2, e l’80 % di quelli italiani si sono pronunciati pubblicamente contro la Superlega: è molto difficile organizzare una competizione senza tutti questi club”.

IL RAPPORTO CON LA JUVE - “Il rapporto è buono, solo 2 club italiani non ci hanno appoggiato, e tra questi non c’è la Juventus. I dirigenti del calcio italiano stanno facendo del loro meglio”.

IL MONDIALE PER CLUB - “Non è certo l’ideale, ma l’hanno voluto i club. La cosa più importante è che si farà ogni 4 anni, anche se per un calciatore non è il massimo giocare la finale di Champions e poi trovarsi la settimana dopo in un torneo molto impegnativo di un mese, in un altro continente. Ma non abbiamo potuto dire no ai club”.

SUL VAR - "In Champions funziona bene, in qualche campionato allunga troppo i tempi e interferisce troppo. Io penso che sia utile: ho dubbi solo sull’interpretazione ancora non chiara dei falli di mano”.

SULL'ESTENSIONE DEL SUO MANDATO - "Non è così. Non si tratta di una questione legale, ma di una questione di fatto, che non influisce sull’eleggibilità di nessun membro del Comitato Esecutivo, me compreso. L’obiettivo non è di estendere il limite di mandato, ma di correggere una disposizione non valida, mai approvata dalle 55 federazioni dell’Uefa durante il congresso di Bratislava del 2018. La modifica proposta vuole semplicemente salvaguardare il principio legale che la retroattività non dovrebbe essere applicata”.