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Protagonista di Extra Time Gazzetta è stato Ivan Rakitic, chiamato a presentare la supersfida di Champions tra la Juve e il suo Barcellona: “Due anni fa era in finale di Champions, non è che non ha giocato il torneo negli ultimi 5 anni. Prima cosa. E poi per me la Juve, quando si parla di calcio italiano, è un punto di riferimento preciso, e posso estendere il concetto anche all’Europa. Ha una storia spettacolare e oggi è tra i 5-10 migliori club al mondo, è difficile da affrontare ed è abituata a vincere, ce l’ha nel dna. Sarà una sfida complicata per noi. In compenso posso dire che ho ottimi ricordi del loro stadio: lì 3 anni fa da capitano alzai l’Europa League col Siviglia dopo il successo sul Benfica”.

 

BUSQUETS, ASSENZA PESANTE – Un vantaggio per la Juve all'andata sarà l'assenza di Sergi Busquets: “Non siamo noi a non avere un giocatore come Busi, è che nel mondo del calcio non ce n’è un altro così! Sono anni che rende a livelli altissimi e ci mancherà, ovvio. Però siamo un gruppo numeroso e troveremo una soluzione: nelle ultime gare abbiamo dimostrato di poter giocare con sistemi differenti. L’importante è non ripetere gli errori di Parigi”.

 

REMUNTADA – A proposito di Parigi e del Psg, la remuntada rimarrà nella storia: “Per tutta la settimana precedente alla gara l’ambiente era diverso. Non posso dire che eravamo convinti di farcela però l’atmosfera era particolare. 'Con tutto il rispetto per il Psg - ci dicevamo - se loro ce ne hanno fatti 4 noi possiamo attaccarli e provarci. Poi vedremo se saremo capaci di rimontare'. L’intensità era altissima, le idee chiare, il feeling durante gli allenamenti molto bello. Abbiamo iniziato la partita alla grande e loro non sapevano dove prenderci, siamo andati sul 3-0 con merito. Poi un momento di distrazione, approfittano della prima occasione che hanno e il primo pensiero è: 'Uffff, ora è dura'. In panchina quando ci fischiano la punizione non avevamo dubbi: 'Bisogna segnare. Se lo facciamo può succedere di tutto', dicevamo. Gol, impressionante. Da lì loro negli ultimi 7 minuti hanno azzeccato appena 4 passaggi, la nostra pressione è stata eccezionale. Poi il rigore: 'Dobbiamo segnare e poi fare anche il sesto gol perché non può finire così, la storia non può restare incompiuta'. Gol. E l’ultima punizione, la ribattuta, Ter Stegen che recupera la palla, Ney che crossa, Sergi che segna, lo stadio che esplode… Con tutto il rispetto per il Psg penso che tutti gli amanti del calcio quella sera siano diventati del Barça perché abbiamo fatto una gara storica, un’impresa del genere non era mai stata realizzata e non so quanti anni dovranno passare prima che si ripeta'.

 

FINALE ANTICIPATA – Juve-Barcellona partita da sogno per tutti, da incubo per i giocatori: “Eravamo tutti scontenti. Li abbiamo affrontati due anni fa in finale e sappiamo quanto sono forti. E lo stesso mi ha detto Mandzukic, non ci volevano. Però la Champions è così: nel 2015 nella fase ad eliminazione diretta abbiamo sfidato solo campioni in carica nei rispettivi Paesi: Juve, Bayern, Psg e City. Non ha difetti, non ne vedo. Da anni ha le idee molto chiare, è una squadra nella quale le cose non succedono per caso. Per questo sarà dura: sa giocare sotto pressione, anche quando va sotto non perde la testa e se va in vantaggio sa cosa fare. Una squadra molto molto completa, candidata alla vittoria in ogni competizione”.

 

CHAT CON GLI JUVENTINI – Sul presunto gruppo su Whatsapp chiamato 'Juventus' con Mandzukic e Dani Alves, ha detto semplicemente: “Falso, non esiste. Di vero c'è solo che mi trovo molto bene con Dani Alves”.

 

NUOVO RUOLO PER MANDZUKIC – Sull'amico Mandzukic e la sua evoluzione tattica ha poi detto: “Non sono sorpreso, perché Mandzu ha un carattere speciale: vuole sempre aiutare la squadra, si sacrifica per gli altri. Anche quando gioca più centrale si fa in quattro rientrando e muovendosi ovunque. In questa nuova posizione da laterale fa l'80% del lavoro: torna, pressa, ruba, sale… Mandzu è così. Diciamo che mi ha sorpreso la collocazione però non l'esito della stessa. Cosa ne pensa lui? L'ha presa bene: ha buone sensazioni e infatti ne abbiamo approfittato anche in nazionale visto che abbiamo Kalinic come punto di riferimento più avanzato e dovevamo far fronte alla squalifica di Perisic. Ha funzionato. E molto grazie alla sua grande generosità. Nella Juve per me funziona anche perché la squadra ha grande qualità, è abituata a dominare quasi tutte le gare e ha giocatori in grado di gestire il possesso”.