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Offerte, chiamate, corsie preferenziali, intermediazioni. Sembra la trama di una puntata di Game of Thrones, ed invece è solo il vocabolario di Mino Raiola, il più celebre dei procuratori, talent scout per eccezione, se non del talento puro, quantomeno dell'affare. Come un ragno, tende le sue tele su mezza Europa - calcistica - ricoprendo sempre più un ruolo determinante. Per capire la sua importanza, basta guardare l'affare che ha portato Matthijs de Ligt alla Juventus. Raiola non è il primo uomo di fiducia del giovane centrale olandese, che ha, invece, in Barry Hulshoff una figura che trascende da quello che pensiamo essere un semplice agente. Eppure, nel momento dell'esplosione massima del suo talento, ecco spuntare Mino, che dalla sua cessione ha messo in saccoccia la bellezza di 11 milioni di euro. Certo, ha anche aiutato la Juventus ha siglare uno degli affari più importanti della sua storia. Un po' diavolo, un po' acqua santa. Come una puntata del Trono di Spade, d'altronde, che insegna come sia difficile azzardare giudizi così drastici. 

Ora, De Ligt è solo l'ultimo dei passaggi torinesi del magnate dei procuratori. Tanti, o forse tutti, ricordano Paul Pogba. Ancora una volta, la difficoltà d'interpretazione delle azioni di Raiola ci mette dinnanzi al dubbio che per secoli si attanaglia tra bene e male. Chi può deciderlo? Chi si fa arbitro di questa sfida? Pogba sarebbe un capolavoro "finanziario" e sportivo, qualora dovesse ancora prendere la via del ritorno. Con due semplici mosse, Raiola ha fatto le fortune economiche di Juventus prima e United poi: che il francese torni alla corte degli Agnelli o vada al Real Madrid, è difficile trovare qualche scontento nella tela tessuta dal ragno. Ora, l'affare Pogba è stato forse il più emblematico dei rapporti che si sono instaurati tra Raiola ed i colori bianconeri. Un'amicizia pericolosa, ardirebbero gli scettici, i puristi ed i garantisti. Un alleato, invece, per chi dai tempi di un certo Zlatan Ibrahimovic ha costruito al procuratore campano un altarino in salotto. Effettivamente, mosse sbagliate, per quanto convenienti più per le sue tasche che per le nostre, ne ha fatte poche. 

Non ha sbagliato neppure con Kean, per quanto il momento di carriera del classe 2000 non sia il migliore. Non ha sbagliato perché la Juventus ci ha guadagnato, mettendo plusvalenze a referto su un giocatore che non avrebbe quasi messo piede in campo. Ora c'è Haaland, che scalda i cuori dei tifosi di mezza Europa e che, inevitabilmente, non può che scaldare ancor più quelli bianconeri. Le cifre sono alte, 80 milioni per scomodare il Salisburgo, ma l'intermediazione di Raiola sarà fondamentale, perché se non altro rappresenta una sorta di garanzia sulla qualità che altrove, forse, non si trova. Così, anche il giovane '99 del Psv, Donyell Malen, offerto secondo Il Corriere dello Sport proprio alla Juventus, non deve far storcere il naso. Raiola è un'ombra, ma un'ombra in chiaroscuro, che può dar fastidio per come sia nata - un vuoto di potere è ciò che alimenta sempre queste figure - ma che non si può dire agisca in nome del male. Dei suoi interessi, certo, ma non per forza del male.